Settembre e dieta: un binomio che non ci piace!
Sebbene questo sia stato un anno molto particolare, l’estate è sempre l’estate e tutto è concesso: aperitivi, cene, grigliate e qualche spuntino in più.
È fondamentale quindi, al rientro dalle vacanze, darsi delle regole (ma senza esagerare) perché è importante affrontare il ritorno alla quotidianità nel modo meno traumatico possibile e con la massima tranquillità, senza imposizioni troppo severe.
Alla base di una condizione psicofisica favorevole, infatti, si pone una sana e equilibrata alimentazione, accompagnata da uno stile di vita corretto e costante.
Sono diversi gli approcci nutrizionali più conosciuti dalla popolazione e oggi la dottoressa Cristina Di Nicola, della Farmacia De Bernardinis di via Garibaldi ad Avezzano, in provincia dell’Aquila, parlerà di uno di questi: la dieta a zona!
La dieta a zona
La Dieta a zona è un metodo alimentare nato negli anni Novanta ad opera del biochimico statunitense Barry Sears,
secondo il quale per Zona si intende
“lo stato metabolico in cui l’organismo lavora al suo massimo picco di efficienza realizzando importanti vantaggi per la salute, dove il cibo va considerato come un farmaco,
assumendolo in modo controllato e nelle giuste dosi e proporzioni”.
In effetti, questo approccio alimentare, non ha come fine ultimo il dimagrimento (il cui raggiungimento è sempre ben accetto ed auspicabile), bensì il riequilibrio del sistema ormonale.
Infatti, il principio su cui si basa è:
-regolazione dei livelli ormonali di insulina e glucagone;
-equilibrio ormonale degli eicosanoidi.
Ricordiamo brevemente che alti livelli di glicemia nel sangue stimolano la secrezione di insulina (ormone anabolizzante per eccellenza) e di “eicosanoidi cattivi”, che favoriscono la vasocostrizione, l’aggregazione piastrinica e i processi infiammatori; bassi livelli di glicemia, invece, stimolano nel fegato la secrezione di glucagone (ormone catabolico), il quale a sua volta stimola la produzione di “eicosanoidi buoni”, i quali inibiscono l’aggregazione piastrinica, stimolano il sistema immunitario e favoriscono la vasodilatazione. Quest’ultima è responsabile di una maggiore ossigenazione a livello tissutale con conseguente effetto lipolitico (brucia-grassi).
È importante ricordare a questo punto che l’insulina e il glucagone sono uno l’opposto dell’altro e procedono in senso inverso: se uno è basso l’altro e alto e viceversa.
Con la dieta a zona è possibile normalizzare la glicemia e avere un equilibrio favorevole tra questi due ormoni molto importanti.
In base a quanto detto, tale equilibrio fa sì che vengano mobilizzate le riserve adipose come principale riserva di energia, con conseguente aumento della disponibilità di glucosio necessario per il cervello.
Parlando di dieta a zona si fa riferimento al modello 40-30-30, in quanto:
-il 40% dell’energia è fornita da carboidrati, il 30% dalle proteine e l’altro 30% dai lipidi;
-il rapporto ideale proteine/carboidrati è di 0,75;
-la suddivisione dei pasti è in “blocchetti”: un blocchetto di carboidrati corrisponde a 9g, uno di proteine a 7g e uno di lipidi a 3g, secondo un rapporto 1:1:1.
All’interno del blocco tutti i macronutrienti sono presenti nelle proporzioni corrette per stimolare la risposta ormonale.
Ma quanti blocchi bisogna consumare al giorno?
La risposta varia in base ai fabbisogni energetici, prendendo in considerazione il coefficiente di attività fisica e la massa magra.
Calcolato il numero di blocchi questi vanno ripartiti nei pasti principali (3) e spuntini (2).
Dunque, in ultimo,
facciamo una breve rassegna degli aspetti favorevoli e non,
di questo regime alimentare.
ASPETTI FAVOREVOLI:
-privilegia l’assunzione di carni magre, pesce, uova, frutta e verdura e carboidrati con un contenuto maggiore di fibra;
-introduce buone quantità di acidi grassi monoinsaturi e polinsaturi (Omega-3 e Omega-6): secondo Sars, infatti, il consumo di grassi risulta essenziale per riuscire a bruciarli;
-riduce l’assunzione di prodotti da forno, carni elaborate, bevande zuccherate e alcol.
ASPETTI CONTROVERSI:
–ridotto apporto calorico in attività sportive ad alto dispendio di energia;
-regime alimentare non perseguibile per lunghi periodi;
-effetti positivi di dieta a zona solo in singoli casi e non in studi e pubblicazioni su larga scala.
Spesso il poco tempo a disposizione, che è alla base della vita frenetica di tutti i giorni, rende difficile fare delle scelte corrette che permettano di seguire questo regime alimentare, che si basa sul calcolo esatto di proporzioni dei diversi macronutrienti.
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Attività fisica regolare è alla base di qualsiasi regime alimentare: aiuta ad essere più produttivo e a sentirsi sempre di buon umore (“mens sana in corpore sano”).
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(frollini, snack, patatine, barrette e shake sostitutivi del pasto principale).
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