Avezzano. Con l’avviso di conclusione delle indagini preliminari e la contestuale informazione di garanzia e sul diritto alla difesa, emesso dal Sostituto Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Avezzano, dottor Ugo Timpano, i finanzieri della Compagnia di Avezzano hanno portato a termine una complessa attività di servizio finalizzata al rispetto delle disposizioni in materia fiscale, di lavoro, previdenza e della normativa di Pubblica Sicurezza, da parte di un noto locale da intrattenimento.
In particolare, il legale rappresentante di una discoteca di Avezzano, secondo l’accusa, avrebbe tenuto aperto al pubblico il predetto locale per circa quattro anni – fino alla data del sequestro da parte dei militari delle fiamme gialle – in maniera non conforme all’autorizzazione rilasciata dal Comune di Avezzano sulla base del parere della Commissione Comunale di vigilanza locali pubblico spettacolo. Nel merito, sempre secondo l’accusa, non si sarebbe attenuto alle prescrizioni imposte con le quali era stata limitata la presenza nel locale ad un numero massimo di 150 avventori, così creando condizioni di potenziale sovraffollamento tali da causare un concreto pericolo per i presenti con particolare riguardo all’eventualità di un tempestivo e rapido deflusso in condizioni critiche di emergenza, capaci di ingenerare panico fra gli astanti.
Le attività si sono svolte in fasi distinte: nel 2019, all’indomani della tragedia avvenuta in una discoteca di
Corinaldo (AN), tristemente nota alla cronaca giudiziaria, veniva eseguito un primo accesso ispettivo nel quale si
riscontrava un sovraffollamento, in misura doppia rispetto alla capienza massima consentita, e l’impiego di 17
lavoratori in nero e/o irregolari. In ragione di ciò, Procura della Repubblica di Avezzano disponeva il sequestro
del locale. Nel periodo post emergenza Covid-19, non rispettando le prescrizioni impartite dal citato provvedimento cautelare, il gestore del locale aveva arbitrariamente ripreso l’attività di intrattenimento danzante effettuando nuovamente eventi.
Pertanto, veniva pianificato un nuovo intervento operativo nel quale, avendo anche questa volta riscontrato una
capienza massima del locale superiore a quella consentita (circa 400 persone a fronte di una capienza massima di
150) con grave pericolo per la pubblica incolumità, veniva eseguito il sequestro preventivo d’urgenza ex art. 321
c.p.p. della discoteca. Anche questa volta, come nel precedente intervento, venivano individuati 14 lavoratori impiegati in nero e/o irregolari su una forza lavoro complessiva pari a 16 unità. Inoltre, con l’ausilio di personale appartenente al Comando Provinciale VV.FF. di L’Aquila si rilevavano molteplici irregolarità alla normativa inerente la tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro. Le attività di servizio concluse si annoverano fra le iniziative nelle quali la Guardia di Finanza profonde il massimo impegno nelle molteplici attività connesse al concorso per il mantenimento dell’ordine e della sicurezza pubblica. Il lavoro nero è piaga per l’intero sistema economico perché sottrae risorse all’erario e sfrutta i lavoratori a svantaggio delle imprese oneste che rispettano le regole. Per il principio della presunzione di innocenza, la colpevolezza delle persone sottoposte ad indagini in relazione alla vicenda sarà definitivamente accertata solo ove intervenga sentenza irrevocabile di condanna.