Avezzano. Quarantesimo appuntamento con Psicotime, la rubrica in collaborazione con la psicologa Giulia D’Ascanio. Essere genitore non è affatto semplice: molti di loro hanno grosse difficoltà a costruire un rapporto sereno e bilanciato con i propri figli a causa di esperienze e traumi pregressi della propria infanzia o perché semplicemente ripetono comportamenti senza accorgersi che sono sbagliati o inefficaci.
Particolarmente comune è l’esperienza del genitore che, memore di esperienze infelici con il proprio padre o la propria madre, dice spesso: “farò esattamente il contrario di mio padre/mia madre!”, per poi ritrovarsi a commettere gli stessi identici errori di cui è stato vittima in passato.
Così, può capitare che si sviluppi un attaccamento morboso nei confronti del figlio o, al contrario, possono esserci difficoltà a dimostrare attenzioni e affetto nel modo in cui il figlio desidererebbe. Ci sono poi i genitori, finiscono per essere troppo severi, mentre altri, confusi riguardo ai ruoli o timorosi di perdere l’amore dei figli, diventano troppo permissivi.
Tutti questi comportamenti possono generare condotte confuse e destabilizzanti nei figli: da ribellioni apparentemente irriducibili ad estrema insicurezza, timore e isolamento. Purtroppo, non è possibile allevare i figli con un libretto di istruzioni in mano ma per quanto un genitore abbia ben presente le regole importanti da insegnare a un figlio, può capitare di avere degli atteggiamenti che inconsapevolmente comunicano ai bambini l’esatto contrario.
Quali sono i modelli genitoriali che, anche inconsapevolmente, danneggiano i figli?
- Essere ipercritici: le critiche costruttive sono sempre benvenute, perché aiutano il bambino a crescere. Una critica positiva sottolinea gli errori e fornisce opportunità di cambiamento. Tuttavia, la critica costante ed eccessiva può essere distruttiva, provocando nel bambino una sensazione di fallimento. Un bambino con dei genitori ipercritici finisce per diffidare delle sue capacità, sviluppa una bassa autostima e ha la tendenza al perfezionismo, che con il tempo si trasformerà in un ostacolo.
- Punire le emozioni negative: molti genitori reprimono nei loro figli quelle che credono essere emozioni negative come la paura, la rabbia, la tristezza o la frustrazione. In questo modo ottengono solo di incapacitare i loro figli, facendoli sentire inadeguati perché provano delle emozioni che non dovrebbero provare, secondo loro. Dobbiamo tenere presente che non possiamo evitare di provare le emozioni, la questione è riuscire invece ad esprimerle sempre e a canalizzarle. Pertanto, non si deve reprimere le emozioni nei bambini, ma insegnare loro a capirle, verbalizzarle e gestirle.
- Non lasciarli decidere da soli: i genitori che decidono sempre per i loro figli e gli impongono le loro idee finiscono per creare un figlio ribelle o un piccolo insicuro ed emotivamente dipendente, che non è in grado di prendere delle decisioni per conto suo. Pertanto, la migliore alternativa consiste nel dare loro progressivamente più libertà perché inizino a prendere quelle decisioni che hanno a portata di mano. Il genitore è una guida, ma non deve diventare un dittatore.
- Inculcare la paura: i bambini non hanno il senso del pericolo, ma questo non è un motivo valido per instillare in loro la paura della vita. È vero che i genitori devono preoccuparsi che i bambini siano al sicuro e devono evitare loro incidenti inutili, ma da qui a proibirgli qualsiasi cosa mettendoli sotto una campana di vetro c’è differenza. I bambini hanno anche bisogno di esplorare, di fare i propri errori e sperimentare il dolore. In questo modo diventano più forti e imparano ad affrontare la vita con fiducia, contando sulle loro capacità. Se gli infondiamo paura, otterremo delle persone insicure e timorose della vita. E vivere nella paura non è vivere.
- Generare senso di colpa: essere genitori è difficile, ma non è una scusa per scaricare le frustrazioni sui figli. Infatti, ci sono genitori che danno la colpa ai loro figli di non essere stati in grado di completare i loro studi, per il fallimento del loro matrimonio o addirittura delle loro malattie. In pratica, trasformano il bambino nel solo responsabile della loro felicità o infelicità. Ma quando un bambino cresce con pesanti sensi di colpa, diventerà un adulto che dipende dall’approvazione degli altri e che non è capace di prendere delle decisioni dato che teme le conseguenze. Evitiamo le recriminazioni e facciamo attenzione a ciò che comunichiamo ai nostri figli e soprattutto a come lo comunichiamo.
- Condizionare la sua percezione di amore: è bene evitare di usare frasi come “sei stato cattivo, non ti voglio più bene” o “hai preso dei voti orribili, non ti meriti tutto quello che ti diamo”. Invece, dovreste dirgli che lo amate incondizionatamente al di là dei suoi errori; altrimenti penserà che non sia degno di amore e di rispetto da parte degli altri, e ciò condizionerà i suoi rapporti interpersonali e di coppia.
- Non dare loro dei limiti: uno degli errori più grandi che commettono i genitori moderni è quello di non stabilire dei limiti. Alcuni genitori confondono la libertà con la permissività. Ma i bambini che crescono senza limiti o regole tendono a sviluppare dei comportamenti di sfida. Quando i bambini sono piccoli e stanno scoprendo il mondo, i limiti servono a mantenerli al sicuro e a dare ordine al loro mondo.
Questi suggerimenti non vogliono essere una lista da seguire rigidamente, ma una guida per un sano sviluppo psicologico di un bambino; ogni figlio è unico e come tale ha bisogno di cure specifiche. Impariamo però, a riconoscere i nostri limiti e magari chiedere aiuto quando non sappiamo come comportarci. Ricordiamoci sempre: essere un buon genitore è un dovere che dura per tutta la vita.
Giulia D’ascanio, psicologa clinica.