Avezzano. È morta a 44 anni, Anna Evgrafova, giovane madre “adottata” ormai dalla Marsica da tanti anni. Evgrafova è morta all’ospedale di Avezzano. Lascia un figlio di 17 anni, uno di tre e un bambino di circa un anno. Di origine russa, aveva scoperto di essere malata proprio durante la terza gravidanza ma si era rifiutata di sottoporsi alla cure. Il suo timore, quello di danneggiare in qualche modo il bimbo che portava in grembo.
Tra gli altri, emozionante il ricordo lasciato sui social dallo scrittore celanese Mario Cantoresi, che ha raccontato la sua storia.
“ANNA E RICCARDO…” Nessun miracolo è accaduto. Lo abbiamo pregato, sperato ma non è accaduto. A volte è difficile capire i progetti che Dio ha per ognuno di noi ma, anche se sembra impossibile, bisogna saperli accettare. Di te, Anna, ci resta una lezione di vita che è un autentico atto di eroismo. Hai fatto nascere il tuo bambino sospendendo anche le chemio necessarie per contrastare il tuo male. Ora lui è troppo piccolo ma quando saprà cosa hai fatto per farlo venire al mondo ti amerà come di più non sarà umanamente possibile. Al tuo piccolo, al fratellino Marco solo di 2 anni più grande, all’altro figlio Vadim ed al tuo amatissimo Riccardo io e Alessia non faremo mai mancare la nostra presenza. Anna… grazie di essere stata la nostra amica più bella e preziosa!
“C’È… L’ESSENZA DELL’AMORE”. Le accadeva sempre più spesso di avere paura. Le succedeva soprattutto quando, toccandosi le mani, provava un dolore così intenso e lancinante che le lacrime che le cadevano dagli occhi erano del tutto indipendenti dalla sua volontà. E poi provava paura con sempre maggiore frequenza. Anzi, aveva terrore, specialmente durante le lunghe notti solitarie della sua ultima estate, quando le veniva a mancare persino quel poco d’aria necessaria per poter respirare. Era come se stesse affogando in un oceano immenso anche se davanti al suo letto, in quel calvario senza fine che stava vivendo, non vi era neppure una goccia d’acqua che la bagnasse. I suoi giorni erano ormai diventati un vivere fuori dai tempi, un limbo senza speranza dove la sua mente, l’unica parte ancora integra e funzionante del suo corpo, non riusciva a comprendere se fosse stato meglio aggrapparsi ad un altro giorno di vita oppure gridare con l’ultimo alito di forza rimasto contro quel Dio feroce che l’aveva colpevolmente dimenticata:
“TI PREGO… BASTA… FALLA FINITA CON ME”. Erano esattamente questi i suoi pensieri. Inutili e perdenti, proprio come dei fili di lana bellissimi ma troppo corti per poter tessere la trama di un futuro destino. E non esisteva nessuna cura per sconfiggere la sua malattia. Nessuna medicina avrebbe potuto mandare via dal suo corpo devastato quella bestia che la stava divorando all’interno e all’esterno. Quelle ore sospese che stava vivendo erano diventate solamente un susseguirsi d’illusioni e lei cercava di consumarle lentamente… solo un poco per volta provando a farle durare anche un solo minuto in più. Lo faceva perché aspettava di vedere ogni giorno una persona che sapeva che presto avrebbe abbandonato per sempre. Ma com’era difficile per Riccardo esserci! Com’era difficile trovare parole o spiegazioni a quello che stava vivendo.
Lui che poteva solo osservare impotente e rassegnato un’agonia non sua e che non aveva nessun’altra forma di coraggio da dimostrarle se non evitare di piangere davanti a lei. Però, quel suo modo di essere leggero e presente, poteva essere perfettamente sintetizzato con due sole lettere dell’alfabeto: “C’È”! Ma fate attenzione: quelle due lettere non erano un semplice suono fonetico… oh no… assolutamente no! Esse in realtà racchiudevano tutto l’amore esistente nell’Universo! Lo so, è difficile capire quello che voglio dirvi… come posso spiegarvelo in altro modo? Vedete… io sono sicuro che ognuno di voi che stasera legge questa mia storia, in un determinato momento della propria vita ha avuto la fortuna di avere accanto a se una figura di riferimento molto importante. E non importa quale essa sia stata: un padre, una madre, un compagno, una moglie, un amico… comunque una persona vicina e presente che, quando sono arrivati i momenti bui dell’esistenza, vi ha spinto a pensare: “PER FORTUNA C’È!” Ecco, ora ci sarà più facile comprendere che quelle due semplici lettere sono così forti da racchiudere l’essenza stessa dell’amore… “C’È”! tutto il resto è solo panorama!
La salma è esposta nella Casa Funeraria Rossi in Via Nuova 93 – Avezzano ed è possibile visitarla oggi, dalle 9 fino alle 14.30. I funerali ci saranno oggi, mercoledì 15 marzo alle 15, nella Cattedrale di Avezzano con partenza dalla Casa Funeraria Rossi. Dopo il Rito Funebre la sepoltura avverrà nel cimitero di Avezzano.