Tagliacozzo. Due ore e mezza per tornare dal lavoro a casa. Tanto impiegano i pendolari marsicani per spostarsi da Roma in Abruzzo a causa della chiusura della linea ferroviaria per interventi di messa in sicurezza. I bus sostitutivi percorrono tutta la Tiburtina toccando stazioni vuote e paesi già serviti da altri mezzi come il Cotral. Questo allunga i tempi di percorrenza e crea tensione tra i pendolari già stanchi per i continui disservizi. “Invece di istituire delle corse che potessero migliorare le condizioni di viaggio hanno messo dei bus che le peggiorano”, ha commentato Daniele Luciani, pendolare e rappresentante del comitato, “nel primo giorno di bus navetta, a Tagliacozzo alle 5.04 arrivano due bus di cui uno vuoto, eravamo circa una quindicina di persone. A Carsoli è salita una persona, ad Arsoli nessuno, a Roviano nessuno, a Mandela una o due persone. Il novanta per cento è sceso proprio a Mandela perché non era il caso di proseguire fino a Tivoli per trasbordare sul treno metropolitano, saremmo arrivati tutti in ritardo al lavoro”.
“Da notare che il secondo bus era sempre vuoto però continuava fino a Tivoli”, ha continuato, “ora una mente normale avrebbe provveduto a dividere le due corse, mandandone una diretta fino a Roma con i pendolari di Avezzano, Tagliacozzo e Carsoli, e l’altra fino a Tivoli con quelli del versante laziale. Noi siccome non ci fidiamo di Trenitalia abbiamo atteso a Mandela le corse Cotral di linea, e pagando il biglietto, e facendo l’autostrada siamo arrivati a Roma un’ora prima del treno previsto. Alle 6.30 eravamo a Ponte Mammolo. E al ritorno è la stessa cosa. Ma perché non prevedere corse dirette via autostrada per i pendolari di Carsoli, Tagliacozzo e Avezzano, anziché far viaggiare dei bus vuoti e mandarli lungo la Tiburtina già abbondantemente intasata da corse di linea Cotral?”.