Lanciano. La toga sulla bara, il saluto dei colleghi con un applauso, la musica e i canti che lei tanto amava, i palloncini bianchi liberati in cielo, insieme al piccolo Giuseppe, il figlio, per tutto il tempo mano nella mano con il papà Fabrizio.
È stato un dolore inconsolabile quello che questa mattina parenti e amici hanno condiviso nella chiesa di Maria Santissima delle Grazie, a Marcianese, la contrada di Lanciano, dove sono stati celebrati i funerali di Laura Mancini, l’avvocato di Avezzano, morta dopo un malore, a soli 43 anni.
Ad accogliere le tante persone arrivate per l’addio all’avvocato Mancini, monsignor Emidio Cipollone, a capo dell’arcidiocesi di Lanciano – Ortona. L’arcivescovo è originario di Cese, la frazione di Avezzano. È stato affiancato durante la cerimonia dal parroco, don Carlos, che conosceva bene Laura, catechista molto amata della parrocchia.
“Le nostre sono vite scritte con la matita”, ha detto l’arcivescovo prima di iniziare la cerimonia religiosa, “il nostro è un progetto scritto con la matita, che dimostra la fragilità delle nostre vite”. Poi Cipollone ha accennato a una famosa frase del filosofo francese Pascal.
L’uomo non è che una canna, la più fragile di tutta la natura; ma è una canna pensante. Non occorre che l’universo intero si armi per annientarlo: un vapore, una goccia d’acqua è sufficiente per ucciderlo. Ma quand’anche l’universo lo schiacciasse, l’uomo sarebbe pur sempre più nobile di chi lo uccide, dal momento che egli sa di morire e il vantaggio che l’universo ha su di lui; l’universo non sa nulla. Tutta la nostra dignità sta dunque nel pensiero. È in virtù di esso che dobbiamo elevarci, e non nello spazio e nella durata che non sapremmo riempire. Lavoriamo dunque a ben pensare: ecco il principio della morale.
Ha invitato a una riflessione importante, che in qualche modo ha raccontato anche Laura Mancini, che per tutta la vita si è distinta per la sua voglia di vivere, la sua razionalità, il suo coraggio nel difendere i diritti di tutti. La sua integrità morale, la sua forza morale.
“In questo momento dobbiamo dare forza alla nostra intelligenza e soprattutto al nostro cuore”, ha detto l’arcivescovo di origine marsicana, che più volte durante la messa ha rivolto la sua attenzione alla madre di Laura, a suo marito, al suo bambino e a tutti i familiari.
“Questo è il momento di dare tutta la forza di cui siamo capaci alla fede”, ha continuato sottolineando la presenza di tanti colleghi arrivati da Avezzano per rendere omaggio un’ultima volta al legale scomparso prematuramente.
“Solo nel Signore possiamo trovare la vera e giusta consolazione”, ha proseguito l’arcivescovo, “la vostra presenza qui oggi dimostra la presenza del Signore al nostro fianco”. Monsignor Cipollone ha poi fatto riferimento al silenzio che ha accolto l’arrivo del feretro in chiesa e rivolgendosi agli avvocati presenti: “Oggi non sapreste parlare nemmeno voi avvocati che siete abituati a parlare tanto, soprattutto per le cause più difficili. Nemmeno Laura che era una professionista agguerrita troverebbe parole. Oggi ascoltiamo Gesù e le sue parole di vita eterna”.
“Siate misericordiosi”, ha concluso, “in questa parola troviamo da un lato la miseria intesa come la nostra fragilità e dall’altra il nostro cuore, che è uguale a quello di Dio. L’unico modo per guarire questa volta è la terapia della vicinanza. Oggi, nelle situazioni difficili come queste, ma impariamo a praticarla sempre. È l’unica arma vincente. Anche questo momento difficile potrà essere vissuto e superato stando vicini”.
Commovente il ricordo alla fine della cerimonia, dell’amica Antonella, che ha ripercorso le tappe del loro percorso di vita, descrivendo la passione per il buon cibo di Mancini, la sua passione per Ligabue, la devozione per i bambini del catechismo e l’amore che chiunque ha provato per lei, una volta conosciuta.
In chiusura, il presidente dell’ordine degli avvocati, Roberto Di Pietro, arrivato a Lanciano insieme agli avvocati Alfredo Retico e Sandro Gallese, dello studio legale in cui Mancini aveva lavorato prima dell’abilitazione e insieme a tanti altri colleghi che insieme a lei avevano studiato a Teramo, nella Facoltà di Giurisprudenza.
Nell’emozionante ricordo il presidente del foro di Avezzano ha raccontato di Laura e delle sue doti morali, che per tutta la vita l’hanno accompagnata anche nella professione. Una donna fatta di tanti colori, quelli che amava indossare, “che iniziava a salutare a cento metri prima dell’incontro”, che tutti apprezzavano per la sua correttezza, anche i clienti.
Il video dell’ultimo saluto del presidente dell’ordine degli avvocati di Avezzano e dell’amica Antonella
Tante le persone che fuori dalla chiesa hanno abbracciato la madre Maria Pia, il fratello Gianluca, il piccolo Giuseppe e il marito Fabrizio che non si è sottratto a nessuno, salutando affettuosamente chiunque si avvicinasse per esprimere vicinanza.
Un dolore indescrivibile ma composto, che ha preso il posto del sorriso sincero e straordinario dell’avvocato Laura Mancini. Quel sorriso che continuerà a vivere in quello del suo bimbo, stretto nella mano affettuosa di papà Fabrizio.