Avezzano. L’82% degli aventi diritto di voto respinge il referendum sulla cittadinanza, Nazione Futura Abruzzo: “La sinistra senza centro colpevole di vuoto politico”.
“Questa consultazione, presentata come fondamentale per il riconoscimento dei diritti e l’inclusione, è stata trasformata in uno scontro politico interno alla sinistra, finalizzato più a colpire il governo Meloni che a parlare con gli elettori sui contenuti. I numeri ci dicono che se al 30 % degli aventi diritto certifica chi ha partecipato, il 35 % di NO su quel 30 % si traduce in un sostegno reale alla proposta che si ferma al 18 % dell’elettorato. In altre parole, l’82 % degli italiani ha dichiarato la sua distanza da questa proposta, rifiutandola in modo netto. Il dato politico è impietoso: la “sinistra senza centro” non solo non ha mobilitato neanche il proprio elettorato, ma ha anche insultato chi non la pensava come lei, bollando contrari e dubbiosi come “stupidi, disumani e fascisti”. Se cambiare lo status della cittadinanza è diventato un cavallo di battaglia ideologico, è altrettanto chiaro che non bastano il richiamo di slogan e accuse a Meloni. Ci vuole visione, merito, percorsi trasparenti e reali. E invece molti elettori hanno percepito questo referendum — tra i cinque proposti — come una marchetta propagandistica priva di strategia e sostanza. Oggi non si tratta solo di un’occasione persa. È un regalo servito al governo Meloni, che risulta indubbiamente rafforzato dopo questa tornata. È anche una bocciatura senza appello della leadership congiunta del “campo largo”, che si è rivelato un esercizio retorico vuoto: non basta invocare una spinta riformista quando mancano credibilità, concretezza e capacità di coinvolgimento reale.
“Inoltre”, continua Simonelli, “questo referendum ha certificato l’esplosione della cosiddetta “bolla social” composta da influencer, attivisti e streamer: potentissima nelle echo chambers digitali, ma inesistente nella realtà, confinata agli smartphone, senza alcun riscontro concreto nel mondo fisico. Nazione Futura continua a proporsi come il principale think tank liberal‑conservatore in Italia e in Europa, con una proposta di integrazione fondata sul rigore. Pensiamo che la cittadinanza non sia mera burocrazia, ma un impegno d’amore verso l’Italia, un’adesione ai suoi principi, alla sua storia e al tessuto sociale. Per questo sosteniamo un percorso che privilegi merito, studio, lavoro e appartenenza. È tempo di abbandonare slogan vuoti, ripensare il metodo e costruire proposte serie, radicate sui territori e chiare sui contenuti. La sinistra senza centro ha puntato sull’ideologia e sulla propaganda, ma il referendum ha dimostrato che oggi questo non basta più. Anche sui temi del lavoro, malgrado l’impegno della CGIL, l’assenza di un progetto concreto ha portato a un vero e proprio buco nell’acqua. Serve un cambiamento reale: rigore, merito e concretezza devono tornare al centro del dibattito politico”.