Pescasseroli. Con un omaggio ad Ennio Morricone, a cinque anni dalla scomparsa, il Maestro Jacopo Sipari di Pescasseroli, inaugurerà alla testa dell’ Orchestra della Fondazione Teatro Lirico Giuseppe Verdi di Trieste, domani alle ore 21,15, nel cortile delle milizie del Castello di San Giusto, la stagione sinfonica estiva.
“Sono estremamente felice di debuttare con l’Orchestra del teatro Verdi di Trieste – ha dichiarato il Maestro Jacopo Sipari di Pescasseroli – ringrazio in primis il direttore artistico del massimo triestino Paolo Rodda, per questo invito che mi permetterà di far musica con questo straordinario musicista che è l’harmonicista Gianluca Littera, uno dei massimi solisti ed esperti di questo particolare strumento, in una serata in cui attraverseremo le pagine più intense della musica applicata, con un finissimo portrait dedicato ad Ennio Morricone con l’Harmonica cromatica solista e gli straordinari arrangiamenti dello stesso Littera e di Stefano Nanni. Un ri-esordio il mio nella splendida Trieste, sicuramente emozionale e con maggiore esperienza, consapevolezza e amore, poiché proprio nel suo conservatorio ho ottenuto il diploma di direzione d’orchestra, sotto la guida del Maestro Marco Angius. Un legame forte il mio con la città che verrà rinsaldato proprio tra le mura del castello che domina Trieste e ne è il simbolo visto che la sua storia è lunga quanto quella della città, fino ad oggi”.
La serata verrà inaugurata dal tema di Nuovo Cinema Paradiso, di Ennio Morricone, per Harmonica cromatica e orchestra nell’arrangiamento dello stesso solista Gianluca Littera “Sono diversi anni – ha dichiarato il Maestro Littera – che svolgo la mia attività da solista con l’harmonica cromatica, precisamente dal duemila, poiché sono laureato in viola, strumento con il quale ho svolto la mia carriera in orchestra. L’harmonica è una realtà che si sta affermando sempre più e così ho aperto la prima cattedra nazionale, proprio all’Accademia di Santa Cecilia , uno strumento che ha un repertorio importante che spazia da Darius Milhlaud a Villa Lobos, a volte può rappresentare una sorpresa, ma, ormai è protagonista, in festival, manifestazioni e istituzioni. Riguardo questo concerto dedicato ad Ennio Morricone, posso dire che la mia collaborazione con lui è stata sviluppata nell’arco di molti anni, e ho avuto anche il privilegio di essere dedicatario di una sua composizione, Immobile n°2, per Harmonica e 12 strumenti che ho eseguito in prima mondiale a Tokio, con i Cameristi italiani, e in seguito, con l’orchestra dell’Accademia sotto la sua direzione. Naturalmente ho inciso diverse sue colonne sonore e ho avuto il privilegio della sua introduzione ai miei libri didattici, così il magistero di questo strumento è nato sotto il suo aureo suggello”.
Emozionante vena nostalgica per il Morricone di Nuovo cinema Paradiso, per poi passare all’esecuzione della musica per Jurassic Park una colonna sonora potente,
Molti includono John Williams nel filone del neoromanticismo ma, a prescindere dalle etichette, il compositore e pianista riesce sempre a costruire un microcosmo del tutto personale attorno a cui ruota la sua musica: bastano poche note di qualsiasi sua partitura per identificarlo immediatamente. Ascoltare la musica di Williams è un po’ come ritrovare un vecchio amico con cui abbiamo passato tanti bei momenti insieme, ed è sempre difficile separarsene. Jurassic Park resta uno dei più grandi dialoghi tra orchestra e pellicola filmica, senza catene né gabbie, nell’arrangiamento di Calvin Custer, quindi si passerà all’apparizione di Jack Sparrow, con la suite de’ “La Maledizione della prima luna”, con la colonna sonora firmata da Klaus Badelt, nell’arrangiamento di Ted Ricketts, motivo, molto orecchiabile, interamente costruito su brevi frasi melodiche, in pratica, una hornpipe eseguita da una banda che sa suonare solamente dei potenti inni rock, secondo certa critica. Si continuerà con i temi di The Fellowship of the Ring di Howard Shore, nell’arrangiamento di John Whitney, che ha in sé ha un impianto fonico così prepotentemente sinfonico e classico – con pochissime concessioni all’esotico e ancor meno all’elettronica, trame con sottili “fili sonori” per sottolineare i legami concettuali fra personaggi e situazioni diverse. Il violinista Constantin Beschieru proporrà, poi, tre pagine da Schindler’s list, ovvero, Theme, Jewish Town e Remembrances di John Williams: in sintonia con le immagini di Spielberg, il compositore si avvicina lentamente agli orrori mostrati sul grande schermo con umiltà e con una bellezza dirompente che si manifesta a ogni raccordo armonico. Si tratta di una soundtrack unica nel suo genere, in quanto sfida le norme tipiche delle composizioni drammatiche, optando per brillanti riferimenti di genere folkloristico. Jewish town è un lamento drammatico che fa da sfondo alla “processione” dei lavoratori della fabbrica di Schindler, mentre con Rememberances, il compositore preferisce commemorare l’Olocausto seguendo una prospettiva contemporanea. Gira il vento ed ecco comparire la Mary Poppins, con la overture di Richard M.Sherman, arrangiata da Federico Marchetti, che riesce a creare l’impressione di trovarsi nello stesso mondo conosciuto ormai da tante generazioni di spettatori, proponendo il giusto mix di ironia, stupore e poesia.
Gianluca Littera sarà, quindi, protagonista di un Movie Medley, arrangiato da Stefano Nanni, con tutti i soli per harmonica cromatica, a cominciare proprio da l’uomo dell’harmonica di C’era una volta il west. Armonica, tromba e chitarra e voci femminili, sono il marchio di fabbrica del primo Morricone, esaltano brani leggendari, cesellati con meticolosa accuratezza ed effetti genialmente spiazzanti. Littera evocherà qui “Armonica”, dove le quattro note scritte da Morricone vennero eseguite da Franco De Gemini con un’armonica cromatica in Sib, con un piccolo riverbero per farlo sembrare vagamente spettrale. Quindi, “L’uomo dell’armonica”, invece, agli interventi distorti e sgradevoli dello strumento a fiato, usato dal misterioso pistolero, si aggiungono i riff stranianti e minacciosi di una chitarra elettrica, oltre a un solenne coro in lontananza. Si passerà quindi all’amico magico, Nino Rota e al suo mix di classica lounge e musica da circo di Otto e mezzo, quindi il Padrino, dove l’orchestrina di archi di “Fortunella” di Eduardo de Filippo, un tema del quale l’aspetto più epico risiede nella scelta delle note, della melodia, dell’arrangiamento e dei timbri utilizzati, con lo strumento solista a sottolineare la solitudine del padrino. Si proseguirà con The days of wine and roses di Henry Mancini, premio Oscar e il privilegio di essere inserita nel real book degli standard jazz, prima di passare ancora a Ennio Morricone con Mission, dove stavolta sarà l’Harmonica ad esprimere la resurrezione di speranza e gioia e l’inversione del tempo che è alla base di “Gabriel’s Oboe”, che grazie alla conversione di De Niro può finalmente scorrere senza paura, con gli archi a rivelare un incastro di ritmi, solo apparentemente semplici. Eternally chiuderà il medley, con la celebre melodia di Limelight di Charlie Chaplin, che gli fruttò l’Oscar. Gran finale con Toledo, Fantasia spagnola di James Moody per harmonica e orchestra che manifesta con colori smaglianti, il ritmo che li arroventa, la fisicità abbacinante dei modi iberici.
COMUNICATO