Celano. Ieri si è chiusa definitivamente la vicenda o meglio la storia del settore bieticolo saccarifero nella Marsica. È stato infatti, firmato l’accordo per la mobilità degli ultimi dipendenti di Eridania, ancora legati alla società che negli ultimi vent’anni aveva prodotto lo zucchero nello stabilimento di Celano. Nel novembre del 2005 è cessata la produzione dello zucchero a seguito della riforma del OCM ( organizzazione del mercato comune europeo) che aveva sancito praticamente lo smantellamento dell’intero settore
bieticolo saccarifero in Italia. Su 19 zuccherifici in funzione ne sono ne sono rimasti soltanto quattro. A seguito di questa scellerata
riforma, lo stato italiano con la legge 81/2006, con l’intento di riconvertire la filiera bieticolo saccarifero, ne aveva previsto la
riconversione con la realizzazione di centrali a biomasse per la produzione di energia elettrica. Uno degli obiettivi primari della
legge 81 era quello di ricollocare a lavoro le maestranze che erano occupate negli zuccherifici ed i settori che facevano parte del
comparto. “Dopo circa nove anni di aspettative, impegni mancati, false promesse, ricorsi giudiziari delibere di vari enti prima a favore e poi contrari, e soprattutto dopo che lo stato Italiano ha speso 1 miliardo di euro in ammortizzatori sociali in 10 anni, sì e arrivati al
licenziamento delle 160 maestranze che facevano parte ancora degli ex zuccherifici di Castiglion Fiorentino, Fermo Jesi e Celano”, hanno spiegato i lavoratori, “l’altro ieri infatti si e tenuto a Roma presso l’Hotel Palazzo Rospigliosi , l’incontro tra la società Eridania Sadam, le organizzazioni sindacali nazionali, e le RSU di stabilimento, nel quale si è sottoscritto l’accordo per la messa in mobilità del
personale ancora in forze ed in attesa delle riconversioni tanto agognate”. L’accordo che si è concluso nella notte a cavallo tra lunedì e
martedì, prevede la possibilità per i lavoratori licenziati dal primo luglio prossimo, di essere ricollocati qualora le centrale Powercrop
dovessero riuscire ad ottenere le autorizzazioni che, nonostante i dinieghi e le opposizioni dei vari enti locali e regionali hanno
posto, la Società intende ancora perseguire con caparbietà. Al di là di questo però le maestranze lamentano l’inefficacia delle
azioni della Regione Abruzzo sul fronte occupazionale e degli ammortizzatori sociali nei loro riguardi. Dopo la risoluzione del 9 aprile scorso il Presidente D’Alfonso ed il vice Lolli avevano preso impegni, confermati in varie riunioni con le rappresentanze sindacali oltre che nella riunione con il prefetto nell’aprile scorso di trovare una soluzione per i dipendenti del ex stabilimento di Celano.
Nella risoluzione il consiglio regionale impegnava la giunta ed il presidente d’Alfonso oltre che a ribadire il no alla realizzazione
della centrale ad Avezzano, anche anche a trovare una soluzione alternativa per i dipendenti delle ex zuccherificio di Celano.
Purtroppo l’impegno, almeno fino ad ora, si è concretizzato solo nell’opposizione alla costituenda centrale. “Il fatto che da 1 luglio saremo in mobilità”, hanno dichiarato Marco Iacutone, Cesidio Stornelli, Vittoriano Marcanio e Antonio Marianetti, “non vuol dire che molleremo le istituzioni. Gli impegni che hanno preso e sottoscritto con noi vanno rispettati. Abbiamo sempre ribadito che la nostra vertenza è una cosa diversa da tutte le altre crisi industriali che hanno colpito la nostra Regione ed in particolare la Marsica. È chiaro ed evidente a tutti che gli unici ad essere responsabili della mancata riconversione dello zuccherificio di Celano sono gli stessi politici e amministratori che nel 2007 l’hanno voluta e persino sottoscritta in un accordo firmato presso il ministero dell’agricoltura. Daremo filo da torcere oltre che nelle sedi istituzionali , anche in quelle giudiziarie perché abbiamo la convinzione che qualcuno deve pagar pegno per le condizioni in cui ci ritroviamo”.