Avezzano. Una ricostruzione del volume della facciata pre-esistente e del campanile della collegiata di San Bartolomeo attraverso l’impiego di reti metalliche generatrici di masse permeabili visivamente e, al contempo, evocatrici di antiche forme. Questa la proposta illustrata ieri, nella parrocchia di San Giovanni, alla presenza del vescovo dei Marsi monsignor Pietro Santoro, del sindaco di Avezzano Gianni Di Pangrazio, del parroco don Francesco Tallarico, del vice Presidente Pro Loco Ilio Leonio durante il convegno “Identità e memoria storica: progetto e recupero di spazi ecclesiali”.
Durante i lavori, ai quali ha preso parte anche Emanuela Ceccaroni, della Soprintendenza Archeologica, che ha illustrato la campagna di scavi nell’area di San Bartolomeo, è stato presentato il progetto di adeguamento liturgico della chiesa di San Giovanni, con nuovo altare e ambone, oltre all’allestimento della Cappella dedicata alla Serva di Dio Madre Teresa Cucchiari le cui spoglie, rinvenute presso la Collegiata di San Bartolomeo, saranno accolte in un’urna marmorea nella chiesa di San Giovanni. Questo avvenimento legherà maggiormente e indissolubilmente i due luoghi storici dell’”Altra Avezzano”.
Solo qualche giorno fa si sono svolte le celebrazioni di quei terribili giorni che funestarono la nostra terra e il voler ricordare ci fa soffermare sul concetto di “memoria”, come semplice ricordo di un avvenimento, e sul concetto di “memoriale” inteso, invece, come ri-attualizzazione dell’evento stesso al punto da renderlo contemporaneo. La nostra città, oggi, ha necessità di uscire da quella sorta di –damnatio memoriae- dei tempi del sisma che ha caratterizzato il comprensibile atteggiamento dei nostri nonni nel non voler ricordare. Ciò ha causato la cancellazione del senso di appartenenza, delle proprie radici e di tanta cultura. Dobbiamo porci la domanda se proprio a questo atteggiamento è dovuta la totale cancellazione dell’antica città ad opera delle ruspe del Real Genio Civile; e forse anche a questo il totale abbandono di quella che fu l’area dell’antica Collegiata di San Bartolomeo che, da circa un secolo, è in totale abbandono sei si eccettua l’intervento ivi realizzato per iniziativa del Comitato per il Cinquantenario nel 1965.
E’ proprio lì, ora, che va ripensato un luogo che sia ”memoriale” e quindi ri-attualizzazione di un brano di città fruibile e vitale ancora oggi, andando a ricostituire un’immagine architettonica, con materiali e tecniche contemporanee, di quella che fu la facciata della chiesa di San Bartolomeo. Lo Studio di Architettura dell’Arch. Aldo Cianfarani ha presentato una proposta di restituzione volumetrico/architettonica dell’antica facciata di San Bartolomeo, a partire da rilevazioni fotogrammetriche avanzate e stereoscopiche dell’esistente, lo studio dei progetti originali del prospetto, per giungere agli inserimenti fotorealistici, presentati durante il Convegno dal suo collaboratore Antonello Incerto. Il progetto prevede di ricostruire il volume di facciata pre-esistente, e del campanile, attraverso l’impiego di reti metalliche generatrici di masse permeabili visivamente e, al contempo, evocatrici di antiche forme; l’dea progettuale prende le mosse da opere simili già realizzate in diverse aree archeologiche del Sud Italia.