Tagliacozzo. Come ormai di tradizione al Festival di Tagliacozzo il 15 agosto porta la firma della serata dell’opera, quest’anno individuata nella “Cavalleria Rusticana” di Pietro Mascagni. In uno scenario e allestimento suggestivo del Santuario della Madonna dell’Oriente, in collaborazione con la Fondazione Mascagni di Livorno per la regia di Ognian Draganoff, a dirigere l’Orchestra Sinfonica Europa Musica e il Coro Lirico Italiano sarà il Maestro Marcin Niesiolowski, tra i più noti direttori della sua generazione.
Un cast di prestigio con Silvana Froli e Vitaly Kovalchuk nei ruoli di Santuzza e Turiddu, con Andrea Carnevale nel ruolo di Alfio, Irene Molinari nel ruolo di Lola e Anna Gichik nel ruolo di Mamma Lucia. “Un allestimento straordinario”, dice Sipari, “nella magnifica cornice del Santuario della Madonna dell’Oriente, con un grande regista come il maestro Draganoff. Siamo contenti di proporre ogni anno una grande opera, soprattutto valorizzando pienamente le location suggestive che la città di Tagliacozzo propone”. “Cavalleria rusticana” è un’opera in un unico atto di Pietro Mascagni, su libretto di Giovanni Targioni-Tozzetti e Guido Menasci, tratto dalla novella omonima di Giovanni Verga. Andò in scena per la prima volta il 17 maggio 1890 al Teatro Costanzi di Roma, con Gemma Bellincioni e Roberto Stagno. Viene spesso rappresentata insieme a un’altra opera breve, Pagliacci (1892) di Ruggero Leoncavallo.
“Cavalleria rusticana” fu la prima opera composta da Mascagni ed è certamente la più nota fra le sedici composte dal compositore livornese (oltre a Cavalleria rusticana, solo Iris e L’amico Fritz sono rimaste nel repertorio stabile dei principali enti lirici). Il suo successo fu enorme già dalla prima volta in cui venne rappresentata al Teatro Costanzi di Roma, il 17 maggio 1890, e tale è rimasto fino a oggi. Nel 1888 l’editore milanese Edoardo Sonzogno annunciò un concorso aperto a tutti i giovani compositori italiani che non avevano ancora fatto rappresentare una loro opera. I partecipanti dovevano scrivere un’opera in un unico atto, e le tre migliori produzioni (selezionate da una giuria composta da cinque importanti musicisti e critici italiani) sarebbero state rappresentate a Roma a spese dello stesso Sonzogno.
Mascagni, che all’epoca risiedeva a Cerignola, in provincia di Foggia, dove dirigeva la locale banda musicale, venne a conoscenza di questo concorso solo due mesi prima della chiusura delle iscrizioni e chiese al suo amico Giovanni Targioni-Tozzetti, poeta e professore di letteratura all’Accademia Navale di Livorno, di scrivere un libretto. Targioni-Tozzetti scelse Cavalleria rusticana, una novella popolare di Giovanni Verga come base per l’opera. Egli e il suo collega Guido Menasci lavoravano per corrispondenza con Mascagni, mandandogli i versi su delle cartoline. L’opera fu completata l’ultimo giorno valido per l’iscrizione al concorso. In tutto, furono esaminate settantatré opere e il 5 marzo 1890 la giuria selezionò le tre opere da rappresentare a Roma: Labilia di Nicola Spinelli, Rudello di Vincenzo Ferroni, e Cavalleria rusticana di Pietro Mascagni.
Il regista teatrale bulgaro, Ognian Draganov, ha studiato performance musicale (tromba e pianoforte) e direzione dell’opera in Bulgaria con Plamen Kartaloff e la Francia con Albert-Andre Lheureux. Dopo un breve periodo come membro della Sofia National Opera Orchestra (tromba), si è rapidamente affermato come un importante regista teatrale / operistico nel sud-est dell’Europa, lavorando come direttore di palcoscenico e poi direttore generale per l’Opera Nazionale di Sofia, nonché residente e direttore dell’opera ospite per compagnie in Grecia, Macedonia e Romania. Le sue produzioni sono regolarmente viste in produzioni che girano l’Europa occidentale, in particolare nei Paesi Bassi. Già al comando di un vasto repertorio, le sue concezioni e produzioni sono generalmente dominanti, compresi scenografie, costumi e luci oltre all’azione scenica.
Grande attesa in paese per il concerto evento di Nicola Piovani, con “La musica è pericolosa”: un live che si svolgerà nella cornice del chiostro di San Francesco, nella serata di venerdì, a partire dalle 21.15.
La musica è pericolosa – Concertato è un racconto musicale, narrato dagli strumenti che agiscono in scena – pianoforte, contrabbasso, percussioni, sassofono, clarinetto, chitarra, violoncello, fisarmonica. A scandire le stazioni di questo viaggio musicale in libertà, Nicola Piovani racconta al pubblico il senso di questi frastagliati percorsi che l’hanno portato a fiancheggiare il lavoro di De André, di Fellini, di Magni, di registi spagnoli, francesi, olandesi, per teatro, cinema, televisione, cantanti strumentisti, alternando l’esecuzione di brani teatralmente inediti a nuove versioni di brani più noti, riarrangiati per l’occasione. Nel racconto teatrale la parola arriva dove la musica non può arrivare, ma, soprattutto, la musica la fa da padrona là dove la parola non sa e non può arrivare. I video di scena integrano il racconto con immagini di film, di spettacoli e, soprattutto, immagini che artisti come Luzzati e Manara hanno dedicato all’opera musicale di Piovani.