Avezzano. “E’ assodato che il reparto di Medicina non può essere toccato e ci batteremo per questo”. Lo ha affermato il sindaco di Pangrazio in un vertice in Comune alla presenza dei primi cittadini di tutto il territorio marsicano alla luce della notizia emersa durante l’incontro a cui hanno preso parte esponenti del mondo sanitario dell’ospedale di Avezzano e non solo. Durante l’incontro, i sindaci hanno anche chiesto la riapertura del reparto di emodinamica e di neurochirurgia. Ma al centro del dibattito la notizia del declassamento da unità operativa complessa a unità operativa semplice di Medicina. Secondo il sindaco Di Pangrazio, si tratta di un reparto di fondamentale importanza per l’ospedale di Avezzano e “non può essere declassato”. D’accordo su questo punto i sindaci del territorio che iei hanno partecipato numerosi all’incontro. Secondo i primi cittadini, la Marsica viene penalizzata dalla riorganizzazione messa in cantiere dal Manager della Asl Giancarlo Silveri. Sindaci e operatori della sanità, chiamati al confronto dal primo cittadino di Avezzano, fanno quadrato attorno al sistema sanitario marsicano, in particolare, al presidio ospedaliero cittadino, pronti a difendere fino in fondo alcune realtà d’eccellenza a rischio declassamento: i reparti di Ortopedia-traumatologia, Oncologia e Medicina Generale.
L’assemblea a palazzo di città ha affidato a Giovanni Di Pangrazio, che parteciperà domani venerdì 5 aprile al vertice del Comitato ristretto dei sindaci della Asl con il Manager Silveri, il compito di battere i pugni sul tavolo anche per l’attivazione dei servizi di Emodinamica, Neurochirurgia e Stroke-unit. All’ospedale di Avezzano, con 226 posti letto, sono state assegnate solo 14 Unità operative complesse che coincidono con i primariati attivi.
Partendo dal diritto alla salute come servizio irrinunciabile, comunque, gli amministratori Marsicani hanno dato l’ok a Di Pangrazio per “avviare un confronto con la Asl e la Regione mirato a ottenere la revisione dei parametri utilizzati per la programmazione degli atti inerenti la sanità che non possono essere gli stessi tra l’area costiera e le zone interne montane”.
“Il piano di riorganizzazione della sanità”, ha affermato Di Pangrazio, “deve partire dal basso mettendo al centro il paziente e le reali esigenze dei territori, poiché la salute è primaria. Avezzano e la Marsica costituiscono un bacino di 140.000 persone, il più importante nella provincia dell’Aquila, con difficoltà anche nei collegamenti, l’ospedale cittadino oltre a servire i marsicani è un punto di riferimento e di arrivo anche per centinaia di pazienti provenienti dalle province di Rieti e Frosinone, non può essere svuotato da servizi essenziali per salvaguardare tante vite umane”. L’atto aziendale, infatti, è carente di analisi e programmazione. “Condivido in pieno il percorso delineato”, ha sostenuto il sindaco di Aielli, Benedetto Di censo, “la Marsica non può continuare a essere spogliata di tutto. Insieme, mettendo al centro la sanità, possiamo far sentire forte la voce del popolo marso”. Pensiero condiviso dal sindaco di Pescina, Maurizio Di Nicola, (“va fermata la spoliazione sanitaria della Marsica”) che ha ricordato il prossimo pronunciamento della Corte Costituzionale sulla sorte dei due ospedali cosiddetti minori: Pescina e Tagliacozzo. Renato Pietroletti, sindaco di Rocca di Botte, e Sergio Natalia, presidente del consiglio di Canistro, hanno ampliato il ragionamento ai territori: “va potenziata anche la sanità dal di fuori degli ospedali, nei distretti, per ridurre gli accessi al pronto soccorso”.
Sindaci e operatori, quindi, reclamano una riorganizzazione sanitaria equa che tenga conto delle peculiarità e delle eccellenze dei territori. Per centrare l’obiettivo sarà istituito un gruppo di lavoro formato da sindaci e operatori della sanità. Sul fronte revisione dei parametri, invece, il sindaco di Avezzano punta a un gioco di squadra: Marsica, Aquilano, Alto Sangro e Valle Peligna. Ogni area deve aver il giusto spazio: a Sulmona ed Avezzano ad esempio, vanno realizzati subito i nuovi ospedali.