Il viaggio della Pinguino parte da dentro al pancione di mamma e per i 36 mesi successivi accompagna genitori e figli in un percorso di crescita condivisa. A rendere tutto magico: l’elemento acqua.
Attraverso il corso gestanti e quello neonatale, la struttura permette alle donne in dolce attesa di godere degli effetti positivi nel rilassamento e nel benessere psicofisico dell’attività motoria in piscina e anche di far approcciare il proprio bambino al mondo dell’acqua sin dai primi mesi.
Per questa ragione, la Pinguino si avvale dell’esperienza di collaboratori che aiutano a garantire un servizio professionale. Il corso gestanti è coordinato dalla ginecologa Annalisa Di Febo. L’abbiamo contattata per farci spiegare meglio l’importanza di questo tipo di attività e il ruolo che gioca l’acqua.
I benefici del nuoto per le donne in gravidanza.
“L’acqua è considerata l’elemento naturale per eccellenza in grado di allontanare lo stress quotidiano, favorendo uno stato di benessere su più fronti. Le donne in gravidanza”, ha spiegato, “hanno la possibilità di godere dei benefici dell’acqua scegliendo di frequentare un corso preparto in acqua. Quest’ultima durante la gravidanza, permette infatti di esercitare attività fisica in assenza di gravità evitando di sollecitare troppo le articolazioni e allo stesso tempo mantenendo lo stesso livello di beneficio, sfruttando al contempo la tonificazione e il rilassamento del corpo”.
“In particolar modo”, ha continuato, “la pressione dell’acqua sulle gambe riduce notevolmente il gonfiore degli arti e manifesta un reale effetto linfodrenante. La ginnastica in acqua rende più facile l’esecuzione dei movimenti e rilassa. Nel caso delle donne gravide aiuta anche la colonna vertebrale ad adattarsi all’aumento del peso. In ogni seduta c’è un percorso di esercizi di respirazione e di mobilitazioni dolci per favorire la completa distensione muscolare, l’apertura del bacino e il rilassamento profondo”.
“Il vantaggio che porta l’attività fisica durante la gravidanza è che riduce sensibilmente il tempo di travaglio così come i tempi di ripristino delle funzioni corporee dopo il parto. L’esercizio in acqua con la testa fuori comporta un miglior controllo neurovegetativo della frequenza cardiaca, con una minore variabilità di frequenza cardiaca in relazione allo sforzo fisico. Infine, cosa da non poco, gli effetti benefici di questa attività si riscontrano anche sul bambino. Questo perché, grazie all’esercizio d’acqua e alla consapevolezza acquisita, aumenta l’ossigenazione del sangue materno, che poi viene automaticamente trasportato al feto, ricevendo miglior nutrimento e la sicurezza delle proprie capacità psicofisiche come donna e mamma che le permetteranno di avere una relazione serena con il proprio bambino anche dopo la nascita”.
Per introdurre i bambini nel mondo dell’acqua, invece, il corso neonatale viene svolto nella piscina baby dalle istruttrici Denise Petrella e Roberta Cariola. Quest’ultima ci svela qualche informazione su come si svolge e perché viene consigliato alle neomamme e ai neopapà.
I benefici dell’acquaticità neonatale
“L’acquaticità neonatale (3-36 mesi) è un’attività molto importante, perché favorisce nel bambino uno sviluppo armonico e sereno con l’acqua. Effettuata la prima vaccinazione (3 mesi) è possibile iniziare un corso neonatale. Immergersi nell’acqua calda, regala alla diade genitore-bambino un’esperienza unica e indimenticabile, una nuova possibilità di ascolto, conoscenza e gioco. Rilassa il bambino, lo predispone al sonno e ne favorisce l’appetito”, ci ha raccontato Roberta.
“Le molteplici attività sensoriali-ludico-motorie, proposte dagli operatori presenti in acqua”, ha continuato, “si differenziano per fascia d’età, perché gli obiettivi e le capacità di ciascun bambino ovviamente sono diversi; ma l’obiettivo principale e comune a tutti consiste nello stimolare e favorire un forte legame tra il bambino e l’acqua. Il bambino si ambienta, impara a galleggiare, a soffiare, a tuffarsi e a relazionarsi con altri bambini, i genitori e gli stessi operatori. Così in futuro potrà proseguire, dal terzo anno di età, la pratica natatoria in maniera tranquilla e sicura in totale autonomia, distaccandosi dal genitore. Un’attività motoria in acqua regolare non solo stimola la consapevolezza di sé e degli altri, ma aumenta anche la fiducia in sé stessi e le capacità di apprendimento”.
“A livello fisico”, ha concluso, “favorisce lo sviluppo scheletrico-motorio, rafforza il sistema cardio-respiratorio e tonifica i muscoli. Migliora l’equilibrio, la coordinazione, l’attenzione e aiuta lo sviluppo di una maggiore consapevolezza della respirazione. In questo cammino è fondamentale l’aiuto del genitore. A tal proposito posso dire che esistono diverse tipologie di genitore: quello che vive con estrema serenità questo percorso, quello che arriva con mille dubbi, ma che poi rompe subito gli indugi, quello che non si sente pronto ad affrontare questa esperienza, perché ha paura, e, infine, quelli impazienti che pretendono immediatamente dei “risultati”, raggiungibili solo frequentando con costanza e pazienza. Consiglio a tutti di intraprendere un corso neonatale, di avere pazienza di non abbattersi alla prima difficoltà e di perseverare, perché il benessere psico-fisico dei propri figli è al primo posto ed influisce in maniera esponenziale anche sul genitore, migliorando il rapporto genitore-figlio”.
Un’esperienza che si traduce in un’occasione di condivisione che fa bene a corpo e anima.