Tagliacozzo. Con il nuovo Dpcm firmato dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte, i medici di base potranno effettuare direttamente i tamponi alle persone venute in contatto con pazienti risultati positivi al Covid19. Ne abbiamo parlato ieri sera con il medico di base referente della Asl1 Avezzano-Sulmona-L’Aquila, il dottor Pietro Buzzelli che #InPrimaLive ha sottolineato l’attesa di un maggior numero di positivi, in relazione all’aumento dei tamponi effettuati. Intervistato da Raffaele Castiglione Morelli, Buzzelli ha affermato che le procedure dei medici di Base al momento non sono chiare, ma non bisogna entrare nel panico anche perché i numeri di oggi sembrano evidenziare un carattere non emergenziale dell’epidemia, ma non si possono escludere nuovi pericoli per il futuro.
A stretto contatto con numerosi pazienti che in questi giorni la chiamano anche ai primi sintomi. Lei come gestisce la sua utenza in questo periodo? Cominciano in questi giorni i primi sintomi influenzali, raffreddore mal di gola, febbre e tosse e diviene un problema fare differenze. Molti quindi richiedono un maggior uso dei tamponi e presidi diagnostici. In questo momento, da parte dei medici di base prendersi la responsabilità di dire “no, non hai patologie Covid” e addirittura certificarlo per far tornare i bambini a scuola è un problema non da poco. Le procedure che ci vengono consigliate non sono nemmeno molto chiare tanto che con tutti i rappresentanti e le Asl siamo sempre in riunione e discussione.
Lei quando consiglia di fare il tampone? Adesso c’è un po’ una fobia e tutti correrebbero a fare i tamponi anche senza motivazioni valide. Le persone che vengono a contatto diretto con un a persona risultata positiva devono fare il tampone, ma non il giorno dopo. Devono passare almeno 4-5 giorni. Per coloro che hanno avuti contatti indiretti (persone che hanno avuto contatti con terzi che a loro volta hanno avuto contatti con positivi), ci sarebbe bisogno di una auto-quarantena responsabile: evitare loghi affollati e aspettare che la persona con cui si sia venuta in contatto e faccia il tampone e se questa è negativa non bisogna fare nulla, viceversa è necessario il tampone.
Vaccino influenzale: sì o no? Il vaccino ha una sua funziona nel limitare i contagi sui virus influenzali. Ovvio che nelle persone a rischio sarebbe molto consigliabile. Non è consigliabile farlo a tappeto a tutta la popolazione, anche perché non sarà disponibile per tutti. Rimangono le indicazioni date: vaccino per persone anziane e con particolari problematiche.
Questa seconda ondata c’è o ci sarà? Secondo me, al momento non stiamo vivendo un’emergenza, stando anche ai dati epidemiologici, che sono molto ridotti rispetto a quelli di Marzo e di Aprile. Questa è un’ondina rispetto al passato. Non per sminuire il pericolo di una nuova ondata, ma bisogna dire che oggi il virus esiste e si propaga, ma dobbiamo anche abituarci al fatto che all’aumento dei tamponi aumenteranno anche i positivi, in maggioranza asintomatici, specie fino a quando non ci sarà un nuovo vaccino. Oltre la mascherina, quello consiglio più spesso ai miei pazienti è di lavare le mani.