Cento anni della Clinica Di Lorenzo. Cento anni di storia. Anzi, di un’armonica fusione di più storie, scritte da chi l’ha fatta nascere, crescere e chi la porta avanti tuttora. Con l’appuntamento di oggi, aggiungiamo un nuovo tassello al percorso di ricordi inaugurato da quelli del professor Silvio D’Intino (per leggere l’intervista, clicca qui). E lo faremo con le parole di Angelo Petroni, cardiologo e direttore sanitario della Casa di Cura Di Lorenzo, che quest’anno arriva al suo 50esimo anno di carriera.
Gli inizi.
Il mio percorso con la Clinica di Lorenzo ha preso il via negli anni ’70. Nel 1972, per la precisione. Ero un giovane studente del terzo anno di medicina quando ho iniziato a frequentare i laboratori e gli ambulatori avezzanesi. Al sesto anno, ho cominciato a lavorare come guardia medica, perché il professor Pietro Di Lorenzo si era assentato per andare all’estero. C’era bisogno quindi di una persona che prendesse il suo posto il venerdì e il sabato. Il lunedì, invece, ripartivo per l’università. Abbiamo strutturato questo servizio chiamando tutti giovani ragazzi; c’erano il dottor Ranalletta, il dottor Spina, il dottor Allegritti e il dottor Emi. Ho trascorso questi primi anni affiancato dalla presenza di due grandi personalità: Pietro e Antonio Di Lorenzo.
Il primo maestro.
Il mio primo grande maestro è stato il professor d’Intino. Io avevo intenzione di prendere Cardiologia, lui era un grande cardiologo e mi ha dato tanto. Una delle prime pratiche che mi ha insegnato è stata quella di auscultare il cuore. Lui aveva un orecchio molto sensibile, importante all’epoca perché non esisteva l’ecocardiografia; le diagnosi si eseguivano proprio con l’orecchio. Successivamente mi ha insegnato a leggere l’elettrocardiogramma.
Il reparto di Cardiologia: i primi passi
Allora i cardiologi venivano solo per fare consulenze; non esisteva un vero e proprio reparto. Dopo aver concluso il percorso universitario, mi sono iscritto alla scuola di Cardiologia a Roma e ho introdotto questo settore nella Clinica Di Lorenzo perché a quel tempo era solo una clinica ostetrico-chirurgica. Solo dopo qualche anno, ha preso la denominazione di medico ostetrico-chirurgica. Pian piano, abbiamo creato un gruppo di medici che lavorava quotidianamente e seguiva i pazienti, con i professori D’Intino e Massi che venivano da Roma come consulenti.
Successivamente, sono diventato primario del reparto di Medicina, il quale comprendeva la medicina, la cardiologia e la neurologia. Iniziava ad essere un reparto ampio, che occupava il 50% dei posti della Casa di Cura e includeva nuove tecnologie che si svilupparono proprio negli anni ’70; riuscivamo a erogare tutti i servizi che erogavano i più grandi ospedali.
La crescita del reparto di Medicina e Cardiologia è stata alimentata anche dalla preziosa presenza degli infermieri. Inizialmente c’erano le suore del Sacro Cuore e la caposala era Suor Maria Antonietta. Alla formazione del Reparto di Medicina e Cardiologia, invece, un contributo fondamentale lo ha dato la mia prima Caposala Amalia Mariani e successivamente Annalisa D’Abruzzo che ancora oggi è la Caposala.
Siamo cresciuti sempre di più, costruendo una equipe completa ed esperta nella cura delle malattie cardiovascolari, della medicina interna e della neurologia. Oggi c’è il dottor Bisegna, specializzato in medicina interna ed esperto in impianto di pace-maker, defibrillatori biventricolari ed elettrofisiologia, il dottor Stornelli di ecocardiografia, elettrocardiografia e medicina dello sport, la dottoressa De Vecchis che ricopre il ruolo di endocrinologo, i dermatologi dottor Spina e dottoressa Ciciarelli, il neurologo dottor Agostino Cialfi e gli endoscopici dottor Ligas e dottoressa Palladini. Infine, è arrivata anche mia figlia, la dottoressa Renata Petroni, che si occupa di ecocardiografia.
Dopo la responsabilità del ruolo di primario di cardiologia, sono poi diventato direttore sanitario della Clinica.
Piccole grandi rivoluzioni
Ricordo molto bene che noi siamo stati i primi ad Avezzano e tra i primissimi in Abruzzo a comprare e utilizzare un apparecchio che allora era molto innovativo. Parliamo dell’ecocardiografia monodimensionale. Rappresentava una grossa risoluzione per le diagnosi e per le terapie. Il primo a occuparsene in Clinica fu il compianto dottor Roberto Falcone, eccellente professionista purtroppo prematuramente scomparso. Lungo il percorso un’altra tappa significativa è stata segnata dall’introduzione della terapia intensiva, sia cardiologica che chirurgica. Anche questo è stato un grande passo avanti. Oggi le urgenze riusciamo a trattarle mentre prima dovevamo inviare i nostri pazienti altrove.
Qualche caso
A proposito di ciò, ricordo un episodio che ha segnato la mia esperienza lavorativa. C’era una paziente malata di cuore a cui avevamo sostituito una valvola, che all’improvviso si è rotta. Io e il professor D’Intino ci siamo armati di pazienza e abbiamo trasferito la donna in macchina fino a Firenze per farla operare nel reparto di cardiochirurgia. Siamo stati lì per ben due giorni e due notti per poi riscendere ad Avezzano.
Un altro simpatico episodio che ricordo è quello che mi vide protagonista un’estate; ero andato a trovare per il fine settimana la mia famiglia in vacanza a Francavilla. Ero appena specializzato ed ero diventato da poco responsabile del reparto di guarda medica. Il sabato pomeriggio era stata ricoverata una paziente che si è aggravata la domenica, per questo avevano bisogno del mio aiuto. Il professor Pietro Di Lorenzo è venuto a cercarmi e, non vedendomi, ha inviato i carabinieri a Francavilla e sono urgentemente ripartito (a quel tempo era l’unico modo per essere rintracciato; non si usavano le chiamate). Allora ero solo come cardiologo ma non potevo continuare a dare la mia reperibilità 24 ore su 24. Perciò decisi di trovare un’altra persona che mi affiancasse e l’ho trovata nel dottor Emi che lavorava in un’altra clinica. Da quel momento, abbiamo istituito il servizio di reperibilità cardiologica in due.
La Clinica Di Lorenzo: una seconda famiglia
La clinica è stata una delle realtà avezzanesi più importanti nella sanità marsicana e nel tempo ha curato tantissima gente. Tutt’oggi l’utenza è soddisfatta delle nostre prestazioni e si rivolge sempre di più ai nostri medici e alla nostra struttura che è anche cambiata notevolmente fino a diventare di ottimo livello anche da un punto di vista alberghiero. Posso dire che la casa di cura Di Lorenzo è la mia seconda casa e siamo tutti parte di una grande famiglia.