Massa d’Albe. È uno dei siti archeologici più visitati d’Italia, dovrebbe essere il fiore all’occhiello non solo della Marsica ma dell’Abruzzo intero. Nonostante questo continua ad essere un angolo di storia che pare “abbandonato”. Dalle istituzioni ma non solo. A quanto pare anche alcuni privati non remano a favore della valorizzazione del sito e dell’area.
Alba Fucens – Massa d’Albe
Alba Fucens è la città più antica d’Abruzzo. Qui rimangono le vestigia di una storia millenaria. Quella di un’antica colonia latina fondata dai Romani nel 303 avanti Cristo, nel territorio degli Equi, a nord del lago Fucino, in un contesto ambientale e paesaggistico di grande fascino e oggi di grande attrazione turistica. Il nome latino deriva dalla posizione del suo abitato dal quale si poteva ammirare il sorgere del sole (l’alba) sul Lago del Fucino prima del suo prosciugamento avvenuto nel 1876. Sullo scavo archeologico, la cui storia è possibile fruire sui tanti siti di informazione culturale, si erge una chiesa, quella di San Pietro, teatro di numerosi eventi di promozione culturale e musicale.
Di fianco, dovrebbe aprire al pubblico un museo ancora in fase di allestimento. Nonostante i numerosi annunci da parte della Soprintendenza dell’arrivo nella Marsica di un nuovo luogo dove poter ammirare reperti storici legati alla storia di Alba Fucens, il museo rimane ancora chiuso. Nel senso che non è mai stato aperto, in realtà. Non è “mai nato”.
Tutto il sito e l’area in generale è continuamente visitato da tantissimi turisti, che quando arrivano nella piccola frazione di Massa d’Albe, però trovano ben poco. La chiesa, per fortuna, è visitabile grazie a una donna del paese, alla quale il Comune ha affidato le chiavi.
Come visitare la chiesa
In seguito alla sottoscrizione del Protocollo di intesa con la Direzione Regionale Musei Abruzzo, il Comune di Massa d’Albe ha assunto la gestione della Chiesa di San Pietro ad Alba Fucens, al fine di consentire l’apertura al pubblico e la valorizzazione dell’importante monumento. Per prenotare la visita alla Chiesa occorre rivolgersi alla signora Annamaria Di Mattia ai seguenti recapiti telefonici: 3406255973 – 0863.23561
Il rudere abbandonato
Di fianco le chiesa e al “museo mai nato”, si erge ancora un vecchio casale abbandonato. Un rudere. La proprietà pare faccia capo a un privato, un costruttore di Avezzano. L’idea, sviluppata negli anni, è sempre stata quella di metter su una struttura ricettiva. Forse una trattoria/ristorante. Manca un accordo però. Il rudere a quanto pare sarebbe dovuto essere venduto ma la compravendita non c’è mai stata e così anche questo progetto si è arenato.
E così, a due passi dalla bellissima chiesa di San Pietro, ecco il rudere pericolante, ammirato insieme alle rovine storiche di Alba Fucens, ogni fine settimana, da centinaia di persone.
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La storia della chiesa di San Pietro ad Alba Fucens (fonte: MiBAC)
La chiesa di San Pietro in Albe si erge sul colle di San Pietro, una delle tre colline che circondano Alba Fucens, la città romana fondata nel 304 a.C. ai piedi del monte Velino, presso l’antico lago del Fucino.
Le prime testimonianze relative alla presenza del luogo di culto cristiano risalgono alla metà del VI secolo d.C., quando il tempio romano di Apollo, del III secolo a.C., fu convertito in chiesa.
Il tempio, di cui si conservano tre lati, aveva in origine un portico con quattro colonne. Della fase paleocristiana rimangono labili tracce, tra cui i frammenti di rilievi esposti nel Museo d’Arte Sacra della Marsica, a Celano.
Nel XII secolo il muro di fondo fu parzialmente abbattuto per creare l’abside e la sottostante cripta, lo spazio interno fu suddiviso in tre navate e le murature dei lati lunghi furono prolungate oltre il colonnato del tempio romano, inglobando le colonne laterali dell’antico portico.
Al centro della nuova facciata fu eretto un campanile, che tuttora funge da insolito accesso alla chiesa. Tra il XIII e il XVIII secolo la chiesa fu oggetto di continui restauri e rimaneggiamenti. Nel 1915 un violento terremoto provocò ingenti danni a tutto l’edificio, i cui restauri furono eseguiti nel periodo 1955-1957 e comportarono il consolidamento delle strutture portanti tramite l’inserimento di un’intelaiatura in cemento armato.
Dal 2014 la chiesa è stata affidata al Polo Museale dell’Abruzzo.
All’esterno il visitatore può subito notare la diversa tipologia e qualità dei materiali che costituiscono le murature dei lati lunghi della chiesa, ossia grossi blocchi squadrati in pietra calcarea – facenti parte dell’originario tempio romano – e pietre di piccole dimensioni, appena sbozzate, utilizzate per il prolungamento dei muri antichi durante il XII secolo.
Superato il portale d’accesso alla chiesa – che era chiuso da ante in legno magnificamente intagliate, ora esposte nel citato museo di Celano – la vista del suggestivo interno è subito attratta dall’ambone e dall’iconostasi duecenteschi, con i loro notevoli mosaici colorati e intarsi in porfido rosso e verde, tipici dell’arte cosmatesca. Sui muri laterali della chiesa il visitatore potrà andare alla ricerca di numerosi graffiti di epoche diverse e con contenuti di vario genere, tra cui brevi componimenti poetici ed annotazioni su avvenimenti quali la riparazione del tetto del tempio di Apollo o l’avvenuta sepoltura di sacerdoti.
Non mancano graffiti figurati con rappresentazioni di animali, navi, etc. Prima di uscire dalla chiesa, ci si può soffermare a guardare il gran numero di piccoli fori praticati nei blocchi calcarei dell’antico tempio, probabilmente utilizzati per sostenere la decorazione delle pareti, forse abbellite da lastre in marmo.
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