Grande successo per lo spettacolo di ieri sera di Federico Perrotta “I Matti di Dio (il Messia d’Abruzzo)”, con Andrea d’Andreagiovanni, Max Elia, Giacomo Rasetti scritto e diretto da Ariele Vincenti. Uno spettacolo esilarante che racconta la storia di Oreste De Amicis, meglio conosciuto come il “Messia d’Abruzzo” interpretato dal capocomico Domenico affiancato dai suoi tre compagni di viaggio che si muovono sulla scena con ritmo incalzante come un’Armata Brancaleone, accompagnati da musiche e canzoni del repertorio Abruzzese arrangiate in chiave moderna, coreografate ed interpretate con grande maestria, dai quattro attori.
Soddisfazione è stata espressa dalla compagnia teatrale per la bellezza della location e ringraziamenti per il calore del pubblico presente e per la sensibilità dell’Amministrazione Comunale di Morino e di tutti gli altri organizzatori che con questo evento hanno voluto dare un contribuito a tutti gli operatori culturali e ai lavoratori dello spettacolo dal vivo così pesantemente colpiti dalle limitazioni imposte dall’emergenza sanitaria.
Questa sera il festival continua con lo spettacolo realizzato dai bambini di Morino e Civita d’Antino che hanno partecipato al campo estivo con laboratori di teatro e arti circense alle ore 21,00. Alle 22,00 andrà invece in scena “Una giornata qualunque” del Teatro Lanciavicchio. Uno Spettacolo e Varietà, prodotto in collaborazione con il Parco Nazionale Abruzzo Lazio e Molise che racconta delle interazioni tra le azioni apparentemente innocue del vivere quotidiano e le risorse che la natura offre all’uomo: l’aria, l’acqua, i frutti della terra. Il festival si conclude sabato 21 agosto con lo spettacolo di Andrea Rivera – The Best(ia) of Rivera Con la simpatia e l’intelligenza che lo hanno reso noto al grande pubblico, Andrea Rivera raccoglie vent’anni della sua personale attività artistica come una summa del suo esilarante percorso dedicato al teatro-canzone. Monologhi, canzoni, video e originali dialoghi con il pubblico o con i suoi compagni di scena, per non rinunciare ad un sano divertimento, in cui ritrovare i celebri giochi di parole dell’attore, che rappresentano un nuovo modo di comunicare dell’uomo nelle sue continue alienazioni.