Celano. Arturo e sua moglie Betta aspettano un bambino. Betta chiede sempre delle cose strane da mangiare. Un giorno chiede ad Arturo di portarle delle mele. Arturo non trova le mele, ma ritornando a casa si imbatte in un giardino pieno di alberi di mele, che non aveva mai visto prima, e prende un po’ di mele. Il giardino però è magico e appartiene ad un Orco che sorprende Arturo mentre prende alcune mele.
L’orco prima lo minaccia di mangiarlo, ma poi gli fa una strana promessa: vuole fare il padrino al figlio che gli nascerà, e nel caso dovesse essere una femmina, quando compirà 15 anni andrà a vivere con lui per sempre. Arturo è costretto a dare la sua parola e quindi promette. Il destino vuole che nasca proprio una bambina dal nome Florinda. I genitori non dicono nulla alla figlia dell’orco, ma quando i due si incontrano…
“Florinda e l’Orco” ha la struttura di una fiaba classica: un principe trasformato in orco da una strega, una bella ragazza, animali che parlano, un giardino incantato e soprattutto tanta magia. In ognuno di noi alberga un Orco, la forza primigenia che teniamo a bada. L’Orco rappresenta anche l’altro, colui del quale abbiamo paura perché diverso da noi. Florinda e l’Orco sono due personaggi che si completano a vicenda; ognuno dei due realizzerà i desideri dell’altro. Sullo sfondo tutti gli altri personaggi rappresentano una vasta gamma di sentimenti e caratteri ben delineati: così la gallina Olga è l’invidia; il cane Filly rappresenta la fedeltà; Betta, la madre di Florinda, è una donna che pensa solo ai beni materiali; Arturo, il padre di Florinda, rappresenta la pazienza, ma anche la paura e la viltà; infine, il Principe Orchideo, rappresenta la bellezza che ognuno di noi ha dentro.
“Florinda e l’Orco” è uno spettacolo che pone l’accento sull’accettazione, sulla capacità di andare al di là dell’aspetto, guardando l’anima e il cuore di una persona. La presenza in scena di attori veri, pupazzi, maschere e musica dal vivo rende lo spettacolo ancora più coinvolgente agli occhi dei bambini (ma anche degli adulti), creando così un’atmosfera ancora più magica. La semplicità della storia e del linguaggio rende questo spettacolo adatto anche ad un pubblico di piccolissimi. Non sono state inserite musiche registrate. Nello spettacolo viene utilizzato un solo strumento (l’organetto), utilizzato dal narratore per raccontare gli eventi tra una scena e l’altra. Quindi, l’attenzione è stata posta sul silenzio e sulla capacità, da parte del pubblico, di concentrarsi sulle parole e sulla narrazione.