Tagliacozzo. Un seminario intenso quello andato in scena presso il Teatro Talìa cui ha partecipato l’Onorevole Sgarbi, ospite d’onore di quest’edizione 2015 del festival della comunicazione “ControSenso”.
La prima domanda riguardava il turismo: perché l’attrattività dell’Italia in trent’anni è passata dal 1° al 5° posto in Europa? Il celebre critico d’arte, che come suo solito ha risposto in maniera schietta, ha spiegato che “il turismo in Italia non decolla perché negli anni ’80 un referendum ne abolì il rispettivo Ministero. La colpa è vostra, dei vostri padri e di tutti quelli che andarono a votare!”. Davanti ad un teatro stracolmo, Sgarbi ha rapito il pubblico con la sua proverbiale dialettica ripercorrendo la cronologia degli eventi, soprattutto politici, di questa disfatta turistica. Si è detto favorevole, invece, a tutte quelle iniziative culturali che in qualche modo riescono a far accendere i riflettori su un sito archeologico o un museo, soffermandosi sui fenomeni editoriali e cinematografici di Dan Brown e Mel Gibson, cui va il merito di aver contribuito ad aumentare il turismo sia a Parigi/Roma/Firenze, che a Matera, portandola così a diventare capitale europea della cultura.
Proprio parlando di quest’aspetto ci si è ricollegati al libro “Polvere di Lago”. Francesco Proia, autore del romanzo, ha raccontato al pubblico come “Nella scrittura mi sono ispirato al modello dello scrittore statunitense che, nonostante non sia il mio riferimento letterario, nella valorizzazione turistica ha fatto da apripista. E’ chiaro che i suoi romanzi abbiano contribuito molto allo sviluppo del turismo dei posti narrati nei suoi libri e lo stesso modello, trapiantato in maniera simile nella Marsica, ha aiutato molti lettori a riscoprire i nostri meravigliosi siti archeologici”.
La Dott.ssa Ceccaroni invece, funzionario della Soprintendenza d’Abruzzo, dopo aver confermato e apprezzato che il romanzo abbia risvegliato la curiosità archeologica soprattutto negli stessi Marsicani, ha poi fatto un ottimo resoconto su quella che è la situazione archeologica e museale nella Marsica. Si è rivolta da sola la domanda che tutti le rivolgono “Perché l’area di Alba Fucens non viene delimitata e sottoposta al pagamento di un biglietto? Preferisco rinunciare ai soldi del biglietto, che dati alla mano non influiscono poi molto sul bilancio di un sito archeologico, piuttosto che vedere Alba Fucens racchiusa in un recinto e decontestualizzarne il meraviglioso aspetto naturalistico nella quale si trova immersa”.
Nella parte finale del seminario c’è stata una dimostrazione di Marco Di Gennaro, videomaker avezzanese che nel mese scorso ha collaborato con RAI-Storia per le immagini di un documentario su Alba Fucens. Attraverso un video sono state mostrate le potenzialità offerte dai droni radiocontrollati nella valorizzazione e ricostruzione archeologica di un sito, sollevando anche un interessante dibattito sul fatto che in Italia la legge purtroppo ne disincentivi l’utilizzo. L’ultima parte del suo intervento si è riallacciata alla proposta di legge sulla “libertà di panorama”, che sta suscitando non poche polemiche in questi giorni nel parlamento europeo.