Avezzano. Nuove società sarebbero interessate a rilevare lo stabilimento della Burgo ad Avezzano. Ad annunciarlo sono stati i delegati dell’azienda che ieri hanno seduto al tavolo tecnico aperto al ministero per lo Sviluppo economico. La Burgo, dopo aver annunciato la decisione di razionalizzare il personale più di un anno fa, da qualche settimana ha deciso di chiudere i battenti ad Avezzano mandando a casa nel complesso più di 300 persone. Nell’incontro al Mise, al quale hanno preso parte oltre ai delegati dell’azienda, i rappresentanti istituzionali e le parti sociali, la Burgo è impegnata a ritirare la richiesta di cassa integrazione per cessazione di attività e di riaprirla per crisi industriale. Il prossimo incontro al Mise ci sarà il 23 settembre. I lavoratori, che in 130 hanno raggiunto la capitale per essere presenti lungo via Molise mentre fuori si teneva l’incontro, non hanno mandato giù le promesse dell’azienda e hanno manifestato tutta la loro preoccupazione per l’esito della vertenza. A parlare del destino della Cartiera Burgo di Avezzano c’erano i vertici della Provincia dell’Aquila rappresentata dal presidente Antonio Del Corvo, dall’assessore al lavoro, Claudio Tonelli e dal capo di gabinetto, Massimo Verrecchia, il presidente del consiglio comunale di Avezzano, Domenico Di Berardino e l’assessore regionale al Lavoro, Giovanni Lolli. “È impensabile che la proprietà abbandoni in questo modo i suoi lavoratori – ha dichiarato Del Corvo – oltre 250 famiglie gettate nell’incertezza e che, pretendiamo abbiano un’altra occasione. Per questo, durante l’incontro, abbiamo richiesto con forza la riconversione del sito Burgo di Avezzano. È la soluzione migliore per un compromesso tra interessi aziendali e il futuro dei dipendenti. La Marsica ne ha abbastanza di decisioni frutto di egoismo di imprese che, proprio nel nostro territorio e nelle nostra forza lavoro, hanno trovato ricchezza. L’Amministrazione provinciale dell’Aquila ha una posizione ben precisa e continuerà a manifestarla in ogni occasione possibile, per la sua gente e contro il depauperamento della nostra terra. Pronta la risposta dell’azienda che si è resa disponibile a cambiare la procedura da “cessazione” a “crisi”, con l’apertura di un tavolo, presso la Provincia con il coinvolgimento della Regione Abruzzo”.