Tagliacozzo. Si alza il livello della protesta: a Tagliacozzo sta per partire una class action contro il Comune e la Polizia Locale per le multe inflitte ai cittadini in base a un divieto mai visibile. Ora a fare scandalo è un filmato che riprende il varco elettronico della Ztl di piazza Obelisco di colore verde durante l’orario di divieto. Un inganno che si ripete da settimane e che ha fatto esplodere la rabbia di residenti, turisti, commercianti. La misura è colma. Anche perché le proteste e l’abuso denunciato nei giorni scorsi è stato totalmente ignorato da Comune polizia locale. Le multe arrivate, le richieste dei cittadini, le proteste, l’indignazione, sono state totalmente ignorate da chi si dovere.
Ora i cittadini hanno deciso di rendere pubbliche sulla rete le prove video. Venerdì sera, alcuni cittadini hanno aspettato che arrivasse l’ora di divieto e hanno ripreso il display acceso sul verde, in pieno divieto. E la data? Inequivocabile: nel filmato è visibile il display della farmacia che mostra chiaramente giorno e ora, inchiodando le responsabilità dell’Empoli bibliche autorità. Una documentazione che non lascia spazio a interpretazioni né a giustificazioni: il segnale Ztl mentiva, e lo fa sistematicamente da mesi. “Basta”, spiega un cittadino che ferma le macchine davanti al varco, “è una vergogna. Sto fermando le auto che entrano perché vedono verde. Sto evitando Tantissime multe a questa gente. Ma quelle arrivate fino a ora che fine faranno?
Nel frattempo, le multe continuano a fioccare. Verbali da circa 100 euro ciascuno, recapitati a chi si è fidato della segnaletica luminosa, convinto in buona fede che il passaggio fosse consentito. Alcuni cittadini hanno già ricevuto tre, quattro, addirittura cinque multe consecutive. “Questa non è solo una trappola – grida un residente – è una beffa, un’umiliazione alla nostra intelligenza e alla nostra fiducia nelle istituzioni”.
La vicenda, già denunciata dalla stampa locale giorni fa, non trova ancora alcuna soluzione concreta. Il comandante della Polizia Locale, Paolo Pascucci, ha riconosciuto che il display può andare incontro a malfunzionamenti e che il personale è ridotto al minimo, ma ha anche dichiarato che “vale il cartello, non la luce”. Parole che suonano come un paradosso: in un’epoca di tecnologia e automazione, si chiede al cittadino di ignorare ciò che vede con i propri occhi e di andare a leggere un foglio A4, magari appiccicato con lo scotch.
Il sindaco Giovagnorio ha preso le distanze, scaricando la responsabilità sugli uffici tecnici e sulla ditta incaricata. Ha più volte chiesto l’intervento degli uffici competenti della polizia locale e ora sembra pronto a intervenire nuovamente in modo più pesante chiedendo ancora l’annullamento di tutte le multe. Ma ora la città non si accontenta più. Vuole fatti, vuole risposte. Vuole giustizia. Vuole sulla carta l’annullamento di tutte le multe fatte in queste settimane nei giorni di venerdì e sabato (cioè quando il display era ingannevole) e la fine di quello che molti definiscono “un abuso legalizzato”.
“In un paese civile – scrive un cittadino sui social – se il semaforo è verde si passa, punto. Se c’è è foglietto scritto in Word Times new Roman 16 attaccato con lo scotch al palo non è visibile, anzi è una trappola. Vediamo cosa ne penserà la magistratura di questa storia. Se il verde significa multa, allora non siamo più in uno Stato di diritto, ma in un sistema distorto dove il cittadino viene punito per essersi fidato della legge. Forse qualcuno dovrebbe andare a rilassarsi il codice della strada e l’articolo che indica le norme per la regolarità della segnaletica.
La frattura tra la comunità e le istituzioni si fa ogni giorno più profonda. Tagliacozzo, perla turistica d’Abruzzo, rischia di trasformarsi in un simbolo di disservizio e potrebbe diventare un caso nazionale, un caso di arroganza amministrativa, di ingiustizia quotidiana. L’eco della protesta cresce, la mobilitazione si allarga. La class action sarà solo l’inizio. Perché quando la legalità tradisce la giustizia, il popolo non può restare in silenzio.