Il calore è quello che si trova in un rifugio di montagna, con l’accoglienza tipica di chi la montagna la vive e la ama. L’ambiente è luminoso e di sera l’atmosfera diventa quasi magica: tante piccole lucine immerse nel buio, che quasi si confondono con le stelle. I piatti sono deliziosi. Il carpaccio di pera, blu Lucoli e noci, i ravioli cacio, pepe e cicoria, lo spezzatino di maiale con porri, senape e carotine e la millefoglie scomposta, sono solo degli esempi.
Si presenta così il ristorante che ha aperto le porte al pubblico lo scorso 8 dicembre, a Ovindoli, di fianco alla Pinetina, il “Rifugio Val D’Arano”.
È un progetto ambizioso, quello del Gruppo sportivo di Celano che ha creato ad Ovindoli un posto davvero unico, dove la tradizione culinaria dei monti d’Abruzzo, tra la Marsica e l’Altopiano delle Rocche, si sposa con la modernità.
Un’idea che giorno dopo giorno si arricchisce di iniziative e che ha un unico obiettivo: promuovere il territorio, con lo sport, con le attività all’aria aperta e anche con un locale in cui riuscire a vivere vere e proprie esperienze di gusto.
Con buon cibo, accompagnato da una selezione di vini e liquori, scelti per abbinamenti da veri “intenditori”.
In cucina c’è Gabriele Piperni, chef trentenne che già si è fatto apprezzare in altre località di montagna. Dopo la scuola alberghiera a Villa Santa in provincia di Chieti prima e poi all’Aquila, Piperni si è fatto le ossa con la gastronomia e la cucina di pesce, fino a finire in Francia.
Quando racconta di come abbia scelto quel lavoro che oggi lo ha portato in una cucina tutta sua, in “bella vista”, dove i clienti possono vederlo mentre ammassa pasta fatta in casa oppure dove taglia pezzi di carne sul momento, è cordiale, modesto, genuino. E sembrano lontani quei tempi in cui lo chef parigino che imparò da lui a fare il tiramisù italiano gli disse con tono autorevole “Le chef c’est moi”.
Un amore per la cucina che gli si è cucito addosso quando era ancora solo un bambino e provava a cucinare per i suoi fratelli e la sua famiglia quando rimaneva solo in casa. “Amo cucinare il pesce”, ci ha confidato quando siamo saliti ad Ovindoli a conoscerlo.
E ormai mangiare il pesce in montagna non è più nemmeno così raro. Mentre parliamo, un cliente ci fa vedere le riprese di solo qualche giorno fa a Selva di Val Gardena, dove anche rifugi e baite offrono pesce sui banchi e abbinano vino bianco, a seconda della preferenza dei clienti.
Al ristorante “Rifugio Val d’Arano” a consigliare la scelta del vino c’è Simona Sineri, giovane di origine celanese, alla quale è affidata la cura della sala.
“L’apertura del ristorante la consideriamo solo l’inizio di un’avventura che abbiamo intrapreso insieme agli altri soci del Gruppo Sportivo di Celano che oggi è diventato una società a tutti gli effetti”, racconta il presidente Loreto Ruscio, “per essere al passo con i tempi il turismo di montagna deve offrire servizi, novità e attività diversificate. Ovindoli è il luogo ideale dove poter crescere, anche facendo rete con gli esercenti del posto, attraverso l’organizzazione di eventi sportivi, come già facciamo da anni, passando per il ristorante fino a un chiosco in cui poter accogliere invece visitatori di passaggio che preferiscono mangiare solo un panino all’aperto in estate”.
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Foto: studio creativo Impressione
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