Volontari e mediatori culturali al lavoro nella casa di cura Di Lorenzo per favorire un accesso alle cure inclusivo e aperto a tutti. Le barriere linguistico-culturali sono da tempo abbattute nella struttura sanitaria della città grazie a un lavoro portato avanti dalla direzione in collaborazione con lo sportello Transculturale. Si tratta di un servizio totalmente gratuito che la casa di cura ha voluto mettere a disposizione di tutti quei pazienti che, provenendo da un altro paese e non parlando bene l’italiano, hanno difficoltà spesso ad accedere al servizio sanitario.
Grazie a una fitta rete di volontari e all’associazione Anolf – associazione nazionale oltre le frontiere – è stato creato un progetto che mette a disposizione per 4 ore a settimana – il lunedì e il venerdì pomeriggio nella stanza 11 della casa di cura – addetti che sono in grado di percepire le esigenze dei pazienti e aiutarli, grazie a un team di 15 persone, a seguire l’iter burocratico per accedere alle cure.
“L’associazione Anolf”, ha spiegato il presidente Angelo Recina, “grazie alla sensibilità della casa di cura Di Lorenzo è riuscita a dare una risposta concreta ai bisogni di tanti emigranti. L’obiettivo principale è quello di mettere a disposizione dei propri associati familiari e terzi servizi sia di consulenza, sia di informazione, assistenza e promozione dei rapporti tra gli enti pubblici e privati”.
In particolare, grazie al supporto della casa di cura Di Lorenzo, l’associazione, con il lavoro portato avanti dalla mediatrice culturale, riesce a intervenire dando un supporto a persone di ben 46 etnie diverse. L’associazione, inoltre, ha anche una sede in Marocco e in Tunisia con la quale spesso si dialoga per risolvere problematiche che possono insorgere.
“Spesso per ragioni culturali e linguistiche donne uomini provenienti da altri paesi non accedono alle cure”, ha raccontato Nushe Zhuba, mediatrice culturale, “noi tramite segnalazioni, passaparola, e l’intervento del cup, riusciamo a interviene e fare da anello di congiunzione tra il paziente e lo specialista che dovrà prendersene cura”.
Un lavoro lungo e articolato che negli anni ha prodotto i suoi frutti anche grazie a un servizio di reperibilità, alla fornitura della traduzione di particolari documenti e agli interventi urgenti portati avanti in collaborazione con la casa di cura Di Lorenzo e con la Nova Solus. Fondamentale il supporto durante l’emergenza covid per controlli e vaccini.
Il recente gesto che la Casa di Cura ha compiuto per tendere la mano a chi è più sfortunato è stato garantire un intervento di sostituzione dell’anca in una paziente straniera che non aveva diritto alle cure in Italia. La Microport Orthopedics e il Dott. Carlo Ranalletta hanno messo a disposizione gratuitamente il materiale e l’alta professionalità, consentendo alla paziente di usufruire delle cure che altrimenti le sarebbero state negate.
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