Luco dei Marsi. Un tempo i campi sorti al posto del vecchio lago erano della famiglia Torlonia, poi pian piano le famiglie dei Comuni attraversati dal più grande orto d’Italia li hanno cominciati a comprare, pezzo dopo pezzo. Sono nate così grandi aziende che riforniscono le catene di supermercati e i mercati di tutta Italia, ma anche consorzi che tutelano gli ortaggi e che hanno dato vita a un sistema di marchi a denominazione controllata.
Le difficoltà, nel tempo, non sono mancate ma la terra ha dato sempre da mangiare a migliaia di famiglie marsicane grazie a tanto lavoro e a patti d’onore siglati a suon di strette di mano dai contadini. Da qualche mese a questa parte però si sta manifestando un fenomeno che non va giù agli agricoltori. La diocesi dei Marsi, che possiede già un cospicuo patrimonio fatto di stabili e terreni sparsi in tutta la Marsica accumulati nel corso degli anni, sta entrando nel Fucino per acquistare dei terreni. Non uno o due, ma decine e decine fino ad arrivare a 13 ettari di terra. Il motivo? Costruire un patrimonio materiale, che però al tempo stesso è anche esentasse, rispetto agli immobili che invece sono soggetti a tassazioni sempre più alte.
Gli agricoltori, ovviamente, sono su tutte le furie perché i terreni vengono acquistati a un prezzo maggiore del valore e quindi di fatto vengono sottratti, per poi essere riaffittati, a chi con quelle terre ci vive. Con questo sistema, inoltre, si impedirebbe il libero mercato tra agricoltori, che ogni anno acquistano e vendono terreni tra di loro, in base alle possibilità economiche e in base a come è andato il mercato annuale di vendita dei prodotti agricoli. In questo modo il Fucino ha retto i suoi equilibri per anni, fino ad oggi, che la Chiesa è entrata nel mercato scompaginando le carte in tavola. Gli acquisti fatti dalla Chiesa sono perfettamente legali e leciti, ma tanti contadini si dicono preoccupati per questa operazione, chissà se la pensano così anche coloro che dalla vendita delle terre hanno ricevuto cifre ben al di sopra del loro normale valore di mercato.