Villavallelonga. Il ministero dell’Ambiente è intervenuto chiedendo spiegazioni al Comune di Villavallelonga e al parco nazionale d’Abruzzo sulla questione della sagra della pecora ai Prati d’Angro di Villavallelonga. Dopo l’intervento della Regione Abruzzo anche il ministero chiede se è stata svolta la Valutazione di Incidenza Ambientale in base al D.P.R.357/1997. “Attendiamo fiduciosi adeguate risposte dai due enti”, hanno spiegato dalla stazione ornitologica abruzzese, “in ogni caso questi giorni provvederemo a depositare un accesso agli atti a cui seguirà sicuramente un esposto visto quanto abbiamo documentato sul campo La procedura di Valutazione di Incidenza Ambientale che riguarda i piani e gli interventi sui siti Natura2000 (Siti di Interesse Comunitario e Zone di Protezione Speciali) diviene finalmente trasparente sul sito www.regione.abruzzo.it/content/valutazione-dincidenza.
Lo ha comunicato il dirigente del settore della Regione Abruzzo Domenico Longhi al Ministero dell’Ambiente, alla Commissione Europea e alla Stazione Ornitologica Abruzzese che in questi mesi aveva rilanciato la questione. Diamo atto a questo dirigente della regione degli sforzi che la sua struttura sta facendo per cercare di risolvere diversi problemi atavici che riguardano non solo la procedura di Valutazione di Incidenza ma anche la VIA, visto che fino a poco tempo fa la regione Abruzzo ignorava addirittura di verificare l’ottemperanza alle prescrizioni impartite in sede autorizzativa. Ora si sta cercando di recuperare il gravissimo ritardo accumulato in decenni di inadempienze, segnalate anch’esse puntualmente dalla SOA, dal Forum H2O e dalle altre associazioni.
Dopo anni di insistenze da parte delle associazioni, con la SOA in prima fila, e un intervento della Commissione Europea nel 2014, la Regione assicura ora la pubblicazione delle pratiche relative a questa importante procedura, comprensiva di Studio di Incidenza Ambientale prodotto dal proponente, per permettere ai cittadini di presentare osservazioni prima del giudizio del Comitato VIA. Stiamo parlando di progetti e piani che riguardano potenzialmente il 40% del territorio regionale e un patrimonio di biodiversità unico, dall’Orso bruno al Lupo, dalla Lontra al Gambero di Fiume, dalle faggete vetuste agli habitat di prateria. Per comprendere la rilevanza della questione basti pensare che anche il progetto di ampliamento dell’hotel Rigopiano fu sottoposto nel 2007 a questa procedura. Solo che la Regione Abruzzo si guardò bene dal pubblicare alcunché sul suo sito e nessuno potè produrre osservazioni.
Più recentemente la questione della Valutazione di Incidenza è venuta fuori anche per la Rassegna degli Ovini a Campo Imperatore dove il Parco pare aver autorizzato lo svolgimento dell’iniziativa sopra alcuni habitat di interesse europeo senza questa fondamentale procedura analitica. In realtà in questi anni decine e decine di progetti sono stati valutati in assenza di procedure trasparenti e partecipate visto che senza la pubblicazione dell’avvio del procedimento una pratica rimaneva ignota al pubblico. Fino al 2013 solo con qualche “fuga di notizie” i cittadini potevano venire a conoscenza dell’esistenza di un progetto e chiedere lumi. Dal 2013 ad oggi solo leggendo l’ordine del giorno del comitato VIA, pubblicato solo una settimana prima dell’incontro, si riusciva a capire l’esistenza di una procedura, con il risultato che spesso i tempi tecnici e la mancanza di documentazione impedivano di fatto qualsiasi intervento, visto che per un accesso agli atti si impiegano di solito 30 giorni.
Purtroppo questa trasparenza riguarda per ora solo le procedure di V.INC.A. di carattere regionale mentre quelle trattate dai comuni non sono oggetto di regolamentazione. Con una legge scellerata il Consiglio Regionale trasferì anni fa le competenze per molte categorie di opere direttamente ai comuni senza che questi abbiano personale adeguatamente preparato per esaminare le pratiche. Troviamo così geometri, ingegneri ed architetti comunali disquisire di aquile reali, orsi e gracchi corallini quando ci vorrebbero biologi, naturalisti e laureati in Scienze Ambientali”.