Avezzano. Una tradizione ultracentenaria, quattro generazioni di farmacisti e l’obiettivo di servire la città. Quando Fedele De Bernardinis aprì la porta della sua farmacia nella piazza Centrale della vecchia Avezzano era il 21 maggio del 1874. Nel suo Dna era incisa la passione per questo particolare mondo. Già il suo bisnonno, anche lui di nome Fedele, era stato infatti titolare di una spezieria nella Avezzano di fine ‘700 e, dai documenti in possesso degli eredi, è stato possibile scoprire che aveva anche la carica di “ispettore delle spezierie”, oltre ad avere la direzione della spezieria del convento di Sant’Antonio di Scurcola Marsicana.
Per il pronipote, quindi, aprire la farmacia era stata una missione che nel tempo si è rivelata molto ardua. Nei primi anni di attività, infatti, la farmacia, grazie all’impegno costante dei proprietari, era diventata un punto di riferimento per la città. Erano i primi anni del ‘900 e avere un farmacista al quale rivolgersi, per un avezzanese era molto importante. Un andirivieni continuo animava quella piccola sede nel cuore della città, che di lì a poco avrebbe dovuto affrontare il sisma.
“Il terremoto del 1915 distrusse tutte e tre le farmacie presenti in città“, racconta Angelo De Bernardinis, memoria storica della famiglia e dell’attività di via Garibaldi, “mio nonno Fedele riuscì a scampare questo tremendo sisma e subito si rialzò perché sentiva di dover aiutare la città. Nacque così la farmacia di via Garibaldi, che si trova ancora oggi proprio dove un tempo sorgeva Via della Stazione. All’epoca non c’era Corso della Libertà e così mio nonno decise di posizionarsi in questa strada strategica, dove poi venne sistemata la baracca donata dalla città di Cesena, grazie alla quale venne riaperta la farmacia De Bernardinis“.
“Il terremoto che portò via oltre 30mila vittime, di cui oltre 10mila nella sola Avezzano, aveva dato una sterzata alla vita della comunità. Avezzano, però, doveva ricominciare e così nonno Fedele decise di prendere il suo cappello e il suo cappotto, avventurarsi sulle macerie di una città distrutta, e ripartire. Su quelle macerie incontrò anche don Orione che gli chiese se avesse bisogno di qualcosa. E proprio in quei momenti il farmacista capì che doveva lui continuare a offrire qualcosa alla sua terra”.
“Per anni la farmacia è rimasta in una baracca“, continua il nipote Angelo, “al piano terra, arredato con lo stile dell’epoca, c’erano i farmaci e al primo piano c’era l’abitazione di mio nonno. All’epoca c’era solo la farmacia De Bernardinis in città ed era un punto di riferimento per tutti. Quando poi il periodo più buio finì venne realizzato un arredamento su progetto dell’architetto Santoro e, più di recente, un ulteriore ampliamento“.
Il passaggio da una generazione a un’altra fu traumatico.
“Quando mio nonno morì nel 1933 aveva 83 anni“, precisa ancora De Bernardinis, “rimasero mio padre Virginio, ufficiale medico e professore universitario, e mio zio Angelo, avvocato di Stato. Mio padre, pur essendo anche farmacista, aveva scelto la carriera militare che lo portò in seguito alla “promozione a generale per meriti di guerra” e così la gestione dell’azienda passò nelle mani di una mia zia, con la direzione tecnica di farmacisti collaboratori. Successivamente, quando arrivarono le bombe della guerra, ben tre caddero proprio qui vicino e costrinsero alla temporanea chiusura della farmacia. Fu allora che mia madre Rosanna, originaria del Veneto, capì che la situazione era difficile e così mi prese con sé, quando avevo solo 12 anni, e, dalla comoda casa di Roma, venne nella semidistrutta Avezzano, riuscendo a riaprire il 1° ottobre del 1945“.
Mamma Rosanna aveva capito che quella colonna portante della loro famiglia non poteva morire così. Andava rimessa in sesto e soprattutto andava portata avanti una tradizione che aveva resistito a calamità naturali e difficoltà di ogni genere. Fu così che in farmacia arrivò Angelo, ancora oggi vigile custode della struttura di via Garibaldi.
“Nel 1954 iniziai io a lavorare in farmacia e poco dopo mio padre e mio zio mi trasferirono la titolarità“, evidenzia Angelo, “mia madre mi aveva messo così tanta fretta che mi sono laureato a 21 anni e a 22 anni mi sono sposato… naturalmente con una farmacista“.
“Nel tempo la farmacia si è strutturata, ha aperto un ampio spazio riservato al gluten free sempre ben fornito e una medicheria a disposizione dei clienti: siamo rimasti sempre in centro, aperti con orario continuato, a disposizione dei nostri clienti che arrivano non solo da Avezzano ma anche dalla Marsica. Negli anni ’90 ho trasferito la farmacia a mio figlio Enrico, ma io rimango sempre qui“.