Avezzano E’ un giorno importante per i dipendenti della Vesuvius. Dopo aver occupato da ieri mattina l’azienda oggi si sposteranno all’Aquila per incontrare insieme all’assessore regionale alle attività produttive, Giovanni Lolli, e i delegati dell’azienda. Dalla chiusura dello stabilimento in Repubblica Ceca, infatti, gli avezzanesi attendevano un incremento del lavoro che invece non c’è stato. “L’azienda, chiamata dalla Regione, doveva arrivare all’incontro per darci delle risposte concrete, lo dovevano ai lavoratori”, ha commentato Domenico Fontana della Cgil, “e invece ha delegato dei responsabili italiani che non sapranno dirci nulla sulla nostra situazione e soprattutto sul nostro futuro. Questa è un’azienda giovane e molto produttiva, ma la nostra preoccupazione è che possa essere chiusa. Il sentore purtroppo è quello, per questo auspicavamo un confronto reale con l’azienda che di fatto non ci sarà. Per ora non ci resta che aspettare l’incontro di oggi e se dovesse servire poi faremo aprire anche un tavolo ministeriale per risolvere la cosa”. La Vesuvius oltre a essere un polmone per il settore del lavoro nella Marsica con 80 dipendenti quasi tutti under 45, è anche un anello fondamentale per molte fabbriche italiane. Nello stabilimento della zona industriale, infatti, si producono stampi per gli altiforni che servono poi per le acciaierie di tutta Italia. Essendo la Vesuvius di Avezzano l’unica azienda della nazione che produce questi elementi il rischio più concreto per la sospensione dell’attività lavorativa è la congestione di tutte le fabbriche del sistema legate a questa, compresa la tristemente nota Ilva di Taranto. “Abbiamo organizzato delle squadre e rimarremo nell’azienda fino a quando sarà necessario”, ha precisato Emiliano Di Salvatore, “non avevamo chiesto grandi cose, solo maggiore chiarezza sul nostro futuro. Dopo la riorganizzazione aziendale di tanti stabilimenti della compagnia in Europa credo sia giusto che anche noi riusciamo a sapere la verità su quello che sta accadendo. La società con sede a Londra doveva inviare delle persone rappresentative per l’incontro in Regione, un amministratore delegato, un dirigente, e invece sarà rappresentata da Chiara Spadoni, responsabile delle risorse umane Italia, che non ci darà le risposte che vogliamo. Noi stiamo disposti ad andare avanti anche per giorni con l’occupazione della fabbrica se non sapremo quale sarà il nostro futuro”.