Avezzano. A un anno dalla morte della giovane Sonia Pantoli, architetto di Paterno, la frazione di Avezzano, la sorella Gina e la sua famiglia raccontano la sua storia e annunciano che a breve, sarà pubblicato il libro che Sonia stava scrivendo: “I lottatori”.
Sonia Pantoli, o come aveva scelto di farsi chiamare, Sonia Marthen Panree (un nome d’arte) non c’è più da ormai un anno. Il 26 marzo scorso il Covid ha portato via anche lei. Un vuoto incolmabile per i familiari e gli amici che però proprio in questi giorni vogliono ricordarla per il coraggio e la tenacia che ha avuto nei suoi 32 anni di vita. Una vita coraggiosa, vissuta con autoironia e sempre con il sorriso stampato sul volto
A Sonia la vita non ha risparmiato sofferenze. Fin da piccola ha combattuto con una salute cagionevole che le ha presentato ostacoli imprevedibili, difficili da gestire e che proprio per questo lei ha scelto di affrontare a viso aperto, lasciandoli scorrere, assecondandoli.
“Ti svegli una mattina e ti accorgi che il tuo corpo diventa una prigione … mentre la tua anima vorrebbe altro … ma non puoi fare quello che vuoi . Ti manca la libertà di decidere come vivere la tua vita ….. puoi solo lottare e cercare di uscirne il più presto possibile” , ripeteva spesso queste parole a quella vita che l’aveva messa di fronte ad una malattia latente di cui nessuno era a conoscenza. Una malattia che all’improvviso indeboliva il suo sistema immunitario.
Così Sonia ha iniziato ad entrare ed uscire da ospedali, senza che nessun medico potesse trovare una soluzione al suo malessere fisico. Ma Sonia non si arrendeva e continuava a sorridere alla vita e alla voglia di viverla…
A venti anni ha subito due operazioni alla schiena e nel 2017 è stata operata al cuore. Prove difficili, davanti alle quali riusciva a trovare anche il coraggio di ridere e scherzare. Le capitava di svegliarsi la mattina e di sentirsi paralizzata nel letto, senza capire cosa stesse accadendo. Anche di fronte a questo, non ha mai perso la lucidità. Sonia lottava e non smetteva mai di sorridere: “Va tutto bene”, diceva, non preoccupatevi per me… Ce la farò”. Aveva fatto della sua malattia uno stimolo per andare avanti, per scoprire se stessa e il suo mondo. E così aveva iniziato a scrivere un libro: “I lottatori”. Oggi la famiglia di Sonia ha deciso di pubblicare questo libro, affinchè possa essere d’aiuto a tutte quelle persone, soprattutto giovani come lei, che ogni giorno combattono con una malattia, conosciuta o sconosciuta che essa sia. Sonia vorrebbe dire loro che la vita va vissuta in ogni attimo senza mai rassegnarsi davanti agli ostacoli. Si può studiare, laurearsi, lavorare anche con una malattia invalidante come la sua. Sonia aveva scelto di non appoggiarsi a nessuno ma di volersi bene e voler bene a se stessa prima di tutto.
“La vostra felicità siete solo voi, nessuno potrà amarvi quanto vi amate voi. Non fidatevi mai di nessuno, nemmeno di voi stesse. Siate Folli!!!”, scriveva Sonia e il suo resterà un monito a non fermarsi mai alle apparenze, a non giudicare prima di conoscerne. Un monito alla comprensione degli altri perché non sappiamo quale battaglia stanno conducendo, senza mostrare le proprie debolezze e le proprie fragilità.
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