Avezzano. Oggi giorno decisivo, al tribunale di Avezzano, per Franca Decandia, la paladina dell’antiracket ed antiusura. Franca Decandia, vittima di usura e di violenza, ha più volte tentato il suicidio ed è tornata a vivere per combattere gli strozzini ma da 25 anni attende giustizia.
Franca Decandia si è trasferita dalla Sardegna ed aveva 5 negozi di abbigliamento con 13 dipendenti. In un momento di emergenza, dopo che una banca aveva chiesto di rientrare da un fido, chiese un prestito ad una persona che pensava amica di una amica. Ma così non è stato e la donna è stata costretta ad entrare nel circolo vizioso dell’usura.
Dopo un anno e mezzo, la donna originaria della Sardegna, ha avuto il coraggio di denunciare gli strozzini. Era convinta che lo Stato l’avrebbe tutelata, ma gli strozzini, dopo un anno e mezzo, mettono in atto una vendetta orrenda: Franca Decandia viene infatti barbaramente violentata da tre dei suoi strozzini che le procurano seri danni fisici e psicologici.
Dopo una serie di appelli a tutte le autorità sarà la volta buona? Franca Decandia ha fatto tanto per altre persone in difficoltà e con l’acqua alla gola. Ci ha messo la faccia e ha fondato anche una associazione. E’ diventata punto di riferimento di tutti coloro che vogliono denunciare gli strozzini, si batte per miglioramenti legislativi e per l’equiparazione delle vittime di estorsioni da usura e da racket.
Nonostante Franca abbia aiutato molte persone e molti abbiano usato la sua storia per farsi pubblicità ed avere notorietà, il suo iter giudiziario contro gli estorsori tarda ad arrivare ed attende giustizia da 25 anni.
“Attendo il risarcimento civile da parte degli estorsori“, dichiara Franca. “Sono stati condannati in cassazione, a 5 anni e mezzo. Ho instaurato il procedimento civile ove mi è stato riconosciuto un danno di 400.000 euro. Il mio iter per avere giustizia dura da circa 25 anni. Per il tempo trascorso gli estorsori hanno fatto in tempo a vendersi buona parte beni. C’è solo un immobile di neppure 150.000 euro e quindi come legge prevede ho chiesto assegnazione del bene. Ma il giudice per l’esecuzione non ha fatto nulla di quanto doveva e ha cambiato 4 periti”.
“L’ultima udienza ci aveva rassicurati poiché vi era riserva, ma ha deciso, essendo l’immobile abusivo, di mettere all‘asta solo il terreno ad una cifra di 19.500 euro. Si tratta di un appartamento che sta in un palazzo di 5 piani con altri proprietari, nessuno lo demolirà mai, ce lo hanno detto al comune. E’ un quartiere che a mesi risaneranno e di conseguenza il proprietario del terreno diventerà il proprietario immobile. La mia vita, il dolore patito da me e dai miei cari per il giudice varrebbero meno di 20mila euro”, conclude la donna.
A supporto di Franca sono state inviate PEC al Presidente della Repubblica, al CSM, al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, ai presidenti di Camera a Senato, al ministro della Giustizia Bonisoli, al presidente del tribunale di Avezzano e presentate interrogazioni parlamentari. L’appello di giustizia è stato letto dalla Presidenza della Repubblica che garbatamente ed umanamente ha risposto.
Oggi Franca Decandia è al tribunale di Avezzano con il suo avvocato dello Studio Copponi ed ha annunciato la sua presenza a supporto anche il professor Francesco Petrino dello Snarp (autore di alcune missive Pec).