Sono un appassionato di biografie. Mi affascina molto leggere la vita degli artisti, degli sportivi o dei politici, vista attraverso gli occhi di qualcun altro. Grazie al lavoro di ricerca di chi le scrive spesso si scoprono aneddoti interessanti che prima si ignoravano, ma è anche un’ottima occasione per scoprire chiavi di lettura alternative, diverse delle proprie, che spesso sono viziate da una visione limitata o faziosa del personaggio.
Era da un po’ che mi ero promesso di leggere “Tutti dicono che sono un bastardo”, la vita di Charles Bukowski scritta dal nostro concittadino Roberto Alfatti Appetiti e devo dire che ne sono rimasto piacevolmente colpito. Premetto che non sono un fan sfegatato di Bukowski e che gli preferisco di gran lunga John Fante, ma il volume scritto da Roberto Alfatti Appetiti è una di quelle biografie fatte davvero per bene, sotto molti punti di vista. Si nota anzitutto l’enorme lavoro che c’è dietro la stesura ma il materiale raccolto, grazie ad un’infinità di riferimenti incrociati, non è mai ripetitivo ed è sempre perfettamente contestualizzato.
Il volume è ordinato e, in dieci capitoli e circa trecento pagine, ci accompagna alla scoperta di uno dei personaggi più controversi della letteratura americana. In ogni capitolo Alfatti Appetiti ci permette di conoscere meglio lo scrittore americano in un ambito specifico, ma comunque ci fa capire come quell’ambito specifico abbia avuto ripercussioni su tutta la vita dell’artista. Ci racconta Bukowski in maniera intima, come se fosse stato per anni il coinquilino dello scrittore, ma per fortuna rimane fuori da quei terribili cliché sul poeta ubriacone e maledetto di cui tutti ormai abusano. Si capisce che l’autore è un fan dello scrittore americano, ma resta sempre imparziale quando si tratta di dare giudizi, rimanendo fedele al ruolo di biografo.
Ma quello che colpisce di più è che si tratta di una biografia/non biografia; l’autore infatti non si limita ad elencare in ordine cronologico quanto accaduto nella vita di Bukowski, bensì ci espone i fatti con un’ordine tutto suo, estremamente piacevole, che ci fa entrare e capire nel profondo il Bukowski-pensiero. Ci presenta l’artista, ma anche l’uomo, ce ne fa assaporare i suoi punti di forza, ma ce ne mostra anche i limiti, rendendolo sia inarrivabile che umano. Il volume è inoltre pieno di bellissime citazioni, che solo chi conosce Bukowski alla perfezione può incastonare nelle pagine giuste con tanta maestria. Ma è anche un volume che ci fa capire molte cose sul periodo storico dello scrittore e sulla letteratura americana ed europea di quegli anni, mettendo Bukowski a confronto con altri celebri scrittori, come Fante o Kerouac
Un’ottima biografia insomma, quella scritta da Roberto Alfatti Appetiti, che pagina dopo pagina svela aspetti di Bukowski che non tutti i fan conoscono, ma che si rivela anche un ottimo punto di partenza per chiunque avesse intenzione di avvicinarsi per la prima volta ai libri del sempre più apprezzato scrittore americano.