Carsoli. Il nome lo ha preso da quell’enorme palco di cervo trovato dagli speleologi all’interno di una delle “sale” che si incontra sul percorso. Erano di un animale che probabilmente lì in fondo ci è arrivato trasportato dall’acqua. Difficile pensare che la fauna selvatica si sia introdotta spontaneamente in un percorso così profondo e buio. Ma in questo caso, mai più un nome più azzeccato sarebbe stato per la Grotta del Cervo, che si trova nel cuore della Riserva naturale speciale delle Grotte di Pietrasecca, a Carsoli, in provincia dell’Aquila.
Perché chi conosce il valore simbolico di un palco di cervo, che rappresenta la rigenerazione vitale, che è il simbolo dell’unione tra le forze superiori e inferiori, tutto quel valore riesce a ritrovarlo anche lì sotto. Sotto terra, dove a farla da padrone dovrebbe essere un senso di timore, magari per qualcuno addirittura di claustrofobia. Tutte sensazioni, emozioni, che nulla hanno a che vedere con quello che si prova invece entrando in quel posto dalle pareti alte fino a più di venti metri, che brillano come oro.
“Scoperta nel 1984, la Grotta ha subito animato entusiasmi e curiosità per la sua straordinaria bellezza”. Si legge così sul sito del FAI, dove la Grotta è candidata tra “I luoghi del cuore”:
È lunga 2.500 metri e l’ingresso ci porta nell’ampia galleria lunga circa 400 metri, caratterizzata dalla presenza di straordinarie concrezioni candide di varia forma e struttura. Deve la sua importanza al ritrovamento nel suo interno delle ossa del palco di un cervo del pleistocene di notevole interesse paleontologico e di monete romane del IV-V sec. d.C. e del XV secolo. La cavità datata a più di 800.000 anni fa. Nell’anno 2024 ricorrono i 40 anni dalla scoperta dell’ingresso dopo un lungo studio di ricerca ed esplorazione sul posto, di 14 ricercatori speleologi romani chiamati “I 14 dell’Ovito”. Le spettacolari concrezioni della Grotta del Cervo a Pietrasecca di Carsoli, le magnifiche colate di calcite bianca che ornano da secoli queste spettacolari cavità, sono visitabili tutti i weekend dell’anno e da Luglio a Settembre tutti i giorni. Sono disponibili tre livelli di percorso, facile L1, allagato L2 e speleologico. Ai visitatori è messa a disposizione l’attrezzatura per entrare: caschetto con luce frontale, guanti (percorso L1) mentre per il percorso allagato anche gli stivali gommati. Le visite si effettuano accompagnati da una guida ambientale esperta. La Riserva Naturale Speciale Grotte di Pietrasecca è la prima riserva che tutela un ambiente ipogeo e considerata Sito di Interesse Comunitario per il patrimonio Abruzzese.
Siamo entrati in quello che sembra quasi un posto magico per quanto prezioso, insieme alla guida ambientale e speleologa Valentina Lustrati, accompagnati dalla ex presidente dell’ente gestore Raffella Girlando, che nemmeno un giorno, dopo la caduta dell’amministrazione comunale di Carsoli, ha smesso di promuovere in tutti i modi quello che sembra uno scrigno di gioielli nascosto nella colorata natura di Pietrasecca.
FAI – I Luoghi del Cuore
Il censimento dei luoghi italiani da non dimenticare
GROTTA DEL CERVO RISERVA NATURALE GROTTE DI PIETRASECCA
CARSOLI, L’AQUILA
Un momento significativo è stato definito dal poter contemplare quello che ricorda l’iconografia di San Michele Arcangelo. Ed eccole lì sospese delle immense ali brillanti, tra cui spicca una spada, che ricordano San Michele Arcangelo. Ci vuole un po’ di fantasia? Di certo un’esperienza non comune, suggerita da uno speleologo del Pescarese, arrivato in grotta già diversi anni fa.
Poco più in là, un’esperienza quasi surreale: l’appassionata guida ha suggerito di spegnere le luci e di fare silenzio. Lì giù, dove c’è il buio totale, impossibile riproporlo al di fuori di una grotta. E quel silenzio, che con la sua energia positiva, ha fatto più rumore di qualsiasi altro rumore. Rilasciando forza, sicurezza, come se quel posto si fosse fatto custode di qualcosa che non si ripete più. Un’esperienza unica, difficile anche da raccontare con le parole.