Avezzano. Si ritrova in un “limbo burocratico” perché le hanno sospeso la tessera sanitaria per degli esami non pagati. Da tre anni si ritrova senza poter sottoporsi a visite, analisi, accertamenti e controlli.
E ora senza poter essere sottoposta neanche al vaccino contro il coronavirus. È quanto capitato ad A.S., residente a Tagliacozzo, che si è ritrovata in un “limbo” a causa di alcune prestazioni sanitarie eseguite dai suoi figli la cui esenzione è stata successivamente contestata.
In sostanza la tessera sanitaria della donna è stata bloccata, come fosse una carta di credito, per delle posizioni debitorie che non riguardano lei, ma i suoi figli.
“Ho provveduto, quando mi sono state notificate”, racconta la donna, paziente fragile, “a pagare questi esami a cui erano stati stati i miei figli. Con passare del tempo però le somme sono lievitate a causa delle more”.
Per tale motivo, visto che non sono state ancora saldate, la marsicana non ha più diritto a nessun servizio da parte del sistema sanitario italiano. Ciò nonostante la sua comprovata situazione di disoccupazione e nonostante le sue fragili condizioni di salute. Ora fa un appello alle autorità e alla Asl affinché la sua situazione trovi una soluzione. Anche perché sulla vicenda delle morosità le cose non sono ancora molto chiare. Fatto sta che la burocrazia ha creato un blackout amministrativo tanto da rendere la paziente invisibile, un vero e proprio fantasma agli occhi della sanità pubblica.