La relazione è stata stilata dallo psicoterapeuta Paolo Capri, professore straordinario di Psicologia giuridica e criminologia all’Università Europea di Roma. La difesa punta a dimostrare che al momento dell’accoltellamento, l’imputato non era in grado di discernere il bene dal male. Il perito dovrà inoltre accertare se il celanese è in grado o meno di sostenere un processo.
Dopo l’accaduto, il 48enne aveva fatto perdere le sue tracce, sostenendo però di non essersi mai allontanato dalla Marsica e di essersi nascosto in montagna, nella zona della Gole di Celano. L’aggressione era avvenuta in un’abitazione in zona Sardellino, al confine tra Aielli e Celano. Felli e la sua ex compagna si erano recati a casa di G.L. per una cena tra amici a base di carne alla brace.
La testimone si era allontana dalla tavola ed era uscita all’esterno, forse per controllare il barbecue che era sul terrazzo, accostando la porta alle sue spalle. Si era trattenuta qualche minuto in più per fumare una sigaretta, riferendo che quando era uscita i due erano tranquilli. Forse la lite sarebbe scoppiata per qualche parola di troppo alimentata dai fumi dell’alcol.
Deve rispondere di tentato omicidio aggravato per futili motivi nei confronti di G.L., 47 anni, che era stato ricoverato nel reparto di rianimazione dell’ospedale di Avezzano e sottoposto a un intervento chirurgico d’urgenza per il perforamento di un polmone. Felli è difeso dagli avvocati Antonio Pascale e Domenico Quadrato.
Durante il primo interrogatorio, l’accusato aveva risposto alle domande del magistrato sostenendo che quella sera ricordava solo di aver mangiato e bevuto a casa dell’amico e di aver totalmente rimosso il momento in cui avrebbe sferrato il fendente. Il coltello utilizzato per l’accoltellamento non è stato mai ritrovato. L’udienza è stata aggiornata al 10 giugno.