Bisegna. Pensavano di continuare a farla franca, magari approfittando del fatto che il grosso delle Forze di Polizie è impegnata nei controlli connessi al rispetto dell’emergenza Covid19. Invece, a seguito di alcuni servizi mirati avviati anche grazie ad una segnalazione, D.E. 55enne italiano e A.V.V. di 32 anni, rumeno, sono finiti nella rete dei controlli appositamente predisposti ed eseguiti dai Carabinieri Forestali della Stazione Parco di Gioia dei Marsi e del Servizio di Sorveglianza del PNALM.
I due ladri operavano colpendo piccole zone poste ai margini del bosco, nel Comune di Bisegna, dove tagliavano abusivamente, senza alcuna autorizzazione dei proprietari, del Parco e della Regione, piante di medie dimensioni, quindi facili da abbattere, depezzare e caricare. Le piante tagliate venivano dapprima occultate tra gli arbusti di ginepro posti nelle vicinanze delle zone di taglio e successivamente caricate a mano su rimorchi di trattore o camioncini per essere successivamente trasportate e vendute sul mercato “nero”, violando così anche le norme fiscali.
Militari e Guardiaparco, grazie ad una serie di verifiche accurate e appostamenti, sono riusciti a cogliere in flagranza di reato i due uomini che avevano messo insieme un quantitativo di circa 140 quintali di legna di faggio, quercia, salice e altre specie. Il materiale è stato sequestrato e consegnato in custodia al Comune di Bisegna.
I due sono stati deferiti in stato di libertà all’Autorità Giudiziaria presso la Procura della Repubblica di Avezzano per violazioni alle norme forestali, paesaggistiche e alla legge quadro sulle aree protette, oltre che per furto e danneggiamento del patrimonio di uso civico.
“I servizi di controllo e vigilanza saranno intensificati nei prossimi giorni al fine di prevenire il ripetersi di episodi analoghi, che denotano la totale mancanza di rispetto verso il territorio e l’ambiente. Forse – ricorda il Direttore del Parco – aiuterebbe molto anche una maggiore attenzione da parte dei cittadini che acquistano legna di dubbia provenienza. Anche loro, contribuiscono ad arrecare danni, non solo all’ambiente, ma anche al fisco del nostro Paese”.