Ovindoli. Sull’Altopiano delle Rocche lo chiamano “turismo ad elastico”. Perchè vede l’alternarsi di mesi dove alberghi, ristoranti, b&b, sono affollati di turisti con mesi in cui i vicoli dei paesi sono deserti, silenziosi, freddi. È proprio su questa tendenza, che da sempre caratterizza i centri montani, che ora alcuni amministratori stanno lavorando con un solo obiettivo: bisogna “destagionalizzare”.
Con questa intenzione, nella serata di sabato, nel piccolo borgo di Santa Jona, frazione di Ovindoli, nel cuore del Parco regionale Sirente Velino, è stato organizzato l’evento “SuONO FUORI”.
Un centro storico illuminato da poche luci soffuse ha accolto decine di visitatori arrivati da tutta la Marsica e non solo, per godere di un borgo che negli ultimi anni ha cambiato volto. Dove più sempre più imprenditori continuano a investire in strutture ricettive che puntano tutto su un turismo diverso, di nicchia. Che regala esperienze genuine, di gusto ma non solo.
Per tutta la serata, allietata da musica dal vivo di artisti anche di gran spessore, in un percorso disegnato ad hoc dalla Pro loco presieduta da Tony Di Giulio e dall’amministrazione comunale a guida del sindaco Angelo Ciminelli, si è potuto degustare buon vino grazie alla collaborazione di cantine eccellenti abruzzesi e sommelier professionisti e assaporare cibo buonissimo, preparato con ingredienti tipici locali.
GUARDA IL VIDEO
Tanti gli artigiani che hanno partecipato alla manifestazione: c’era la piccola azienda che alleva le galline sulla collina e che cuoce le uova adagiandole poi su piatti colorati dalla verdura di stagione, gli allevatori che hanno cotto arrosticini e salsicce. E poi ancora, pizze fritte, ferratelle che omaggiano i rosoni delle chiese d’Abruzzo, liquori ma anche cappelli e sciarpe realizzate a mano.
Tra gli altri stand, quello della Onlus “Amatrice Siamo Noi” che ha preparato per tutti la tradizionale pasta all’amatriciana, raccontandone anche la storia ai visitatori che hanno avuto il piacere di ricontrare in Marsica gli instancabili volontari che impiegano tempo e passione alla loro terra di origine che si è dovuta rialzare dopo un devastante terremoto.
Durante la serata è stato possibile anche visitare la torre medioevale dove è allestita una mostra di arte contemporanea del gruppo artisti Marsarte. Opere molto interessanti che hanno stupito tutti i visitatori che sono saliti per ammirare il panorama su Celano e sul Fucino, anche di notte.
Una serata tipica di un borgo di montagna che resiste, come tutto l’Abruzzo. Dove i suoi abitanti non hanno paura del freddo ma che anzi lo amano, offrendolo anche a chi, fuggendo dal caos delle città, si regala serate come “SuONO FUORI”.
Santa Jona, il Camoscio d’Abruzzo Vito Taccone raccontato dall’attore Alessandro Martorelli
Nella cornice della suggestiva serata “SuONO FUORI” anche “Uomini senza radici”: una pièce teatrale dell’attore avezzanese Alessandro Martorelli che racconta le storie di marsicani, e non solo, che hanno scritto la storia del territorio. Durante la serata un gruppo di visitatori hanno avuto il piacere di ascoltare anche la storia del grande Vito Taccone, rimasto nella storia come il Camoscio d’Abruzzo.