Avezzano. Carote del Fucino, con marchio Ipg, sulle tavole degli italiani. L’ortaggio “doc” prodotto nell’ex lago del Fucino, bonificato da Torlonia, approda sugli scaffali della catena alimentare di Gdo “Esselunga”. Un evento inseguito 12 lunghi anni dagli agricoltori marsicani con il determinante sostegno di Confagricoltura: l’iter per ottenere il prestigioso riconoscimento, infatti, risale al 1999. “E’ sicuramente una bella notizia, proprio in una delle annate peggiori per gli orticoltori del Fucino”, commenta Stefano Fabrizi Direttore di Confagricoltura L’Aquila, “che hanno subito calamità naturali a ripetizione e crollo dei prezzi. Il risultato premia la caparbietà degli agricoltori marsicani determinati a raggiungere risultati ambiziosi in barba alla burocrazia ministeriale che ancora non trova il tempo per approvare le modifiche al disciplinare di produzione”. Una lacuna da colmare in fretta per non penalizzare un settore vitale per la Marsica. “Dalle prove di certificazione effettuate”, continua Fabrizi, “emergono chiaramente i limiti del disciplinare che prevede parametri analitici troppo elevati raggiungibili solo attraverso l’utilizzo di tecniche di coltivazione non ordinarie. Il marchio IGP deve essere esteso alla maggior parte delle carote del Fucino in modo che tutti i produttori possano ricavarne degli utili. Per questo è necessario modificare il disciplinare per certificare almeno 500/600 mila quintali di carote”. A dodici anni dall’avvio dell’iter, iniziato nel 1999, con il Reg CE n.148/2007 del 15/02/2007, la “Carota dell’Altopiano del Fucino” che è stata iscritta nel registro delle indicazioni geografiche protette (IGP), quindi, centra il bersaglio. Ieri i primi 3.500 quintali di ortaggi certificati dall’organismo indipendente riconosciuto dal Ministero (Omnia qualità srl) con marchio comunitario Igp saranno sugli scaffali della catena della Gdo “Esselunga”.