Cerchio. Immerso nel verde del parco naturale regionale Sirente-Velino, il Comune di Cerchio fa parte del Club dei Borghi Autentici d’Italia. La redazione di MarsicaLive ha contattato il primo cittadino, Gianfranco Tedeschi, per andare alla scoperta di storie, curiosità e peculiarità che contraddistinguono il borgo.
Quali sono stati i progetti più importanti realizzati a Cerchio in questi ultimi tre anni di amministrazione?
In questi tre anni abbiamo messo in campo diversi rilevanti progetti. Mi riferisco in particolar modo alla realizzazione del nuovo plesso scolastico, alla ristrutturazione del palazzo municipale, all’organizzazione di una mostra-museo dedicata alla Repubblica italiana e alla riapertura di un museo civico e di arte contadina all’interno del palazzo dell’ex Convento degli Agostiniani Scalzi. Abbiamo ristrutturato la palestra comunale e sono partiti da pochi giorni i lavori anche sull’area attrezzata sportiva “Orto Seren”. Entro settembre, inoltre, ci sarà l’appalto per la tendostruttura.
Abbiamo effettuato lavori di manutenzione delle strade cittadine e provveduto al recupero dei monumenti . Durante il prossimo consiglio comunale, oltre alla conferma della destinazione delle somme per i vari appalti in programma, ci sarà l’approvazione del progetto relativo alla realizzazione di un campetto sintetico nell’area del campo sportivo comunale.
Che cosa significa fare il sindaco oggi e cosa significava fare sindaco anni fa, quando c’erano maggiori risorse ed era più facile ottenere fondi per lo sviluppo del paese?
Oggi è più complicato svolgere il ruolo di amministratore perché si incide di meno alla possibilità quotidiana di dare risposte al cittadino. Non solo quelle relative alle opere pubbliche ma anche quelle legate ai servizi, alle opportunità di lavoro, alle esigenze quotidiane dei ragazzi, delle scuole e degli anziani. Con la riduzione delle risorse questi aspetti si sono resi più difficili da gestire e ci rendono più deboli. Non riuscire a dare risposte a chi ha bisogno è scoraggiante.
Cerchio è un paese che ha dato i natali a molti atleti. Come state cercando di potenziare ulteriormente questo settore e qual è il segreto che ha permesso il suo sviluppo?
Le capacità personali hanno permesso a tutti gli atleti di avere successo; dai due calciatori di nome Ciofani che giocano oggi in serie A e serie B di calcio a Linda Tucceri Cimini che milita nel Milan (serie A femminile) ed è stata tra l’altro convocata per i mondiali.
I piccoli paesi si attrezzano per utilizzare tutto quello che hanno al meglio: dagli spazi aperti alle varie strutture specifiche destinate. Molte volte essere umili e soprattutto adoperarsi per l’obiettivo permettere di raggiungerlo ed è ciò che hanno fatto questi talenti marsicani.
Da diverso tempo avete sperimentato l’unione del Comune con quelli limitrofi. Il progetto è ancora in itinere? Ha aiutato ad affrontato tematiche importanti?
E’ in itinere un sentimento e una necessità di confrontarsi e aiutarsi reciprocatemene. In termini di servizi abbiamo sciolto da poco la polizia municipale perché i piccoli paesi come i nostri si accontentano di poco personale per i minimi servizi necessari. Bisognerebbe, però, riuscire a fare delle pianificazioni di crescita economica e sociale con i paesi limitrofi, ovvero, realizzare un piano d’azione che possa tener conto delle peculiarità di ognuno e che abbia come obiettivo quello di far crescere la comunità, mantenere aperte le attività e permettere al giovane di rimanere in paese.
Quanto conta per il vostro paese il mondo dell’associazionismo?
Il nostro paese ha sempre avuto diverse associazioni attive. Anche in questo caso la voglia di fare e le capacità dei vari componenti diventa determinante. E’ da poco rinata la Pro Loco: un gruppo di giovani che si è posto come obiettivo l’organizzazione di eventi ricreativi, sociali e culturali. L’aspetto positivo è che si tratta di ragazzi; ciò ci fa ben sperare. Una comunità è attiva quando ha questi ultimi che la vogliono far vivere e crescere sempre di più partecipando con passione al contesto sociale.
Cosa si augura per il futuro?
Spero che questa amministrazione possa costruire un gruppo di persone che sia capace in futuro di portare il paese sempre più in alto. C’è la necessità di far tornare la cultura dell’appartenenza territoriale. Il voler bene alla propria comunità vuol dire rispettare il territorio e partecipare alla vita sociale, culturale, ricreativa ed economica al di là delle appartenenze politiche. Le nostre piccole comunità se non trovano stimoli e partecipazione da parte dei ragazzi sono destinate a morire. E non lo dobbiamo permettere: dobbiamo difendere la nostra identità territoriale.