Avezzano. La Marsica è ancora in grande emergenza. La maggioranza dei cittadini deve far fronte ai disagi che riguardano difficoltà di percorrere le strade cittadine, oppure per raggiungere il posto di lavoro, ma ci sono ancora persone in pericolo, isolate, senza viveri o medicinali. E’ il caso di molte abitazioni nel Fucino o degli immigrati rifugiati nei casolari abbandonati, o le famiglie isolate che abitano nei caseggiati della Piana. La polizia stradale e quella provinciale hanno lavorato per l’intera giornata per soccorrere decine di persone e aprire dei varchi di collegamento in mezzo al mare di neve che caratterizza attualmente il Fucino. Sono state raggiunte anche due famiglie, in Strada 11 e Strada 38, con cui si erano perse le comunicazioni. E’ stata inoltre eseguita una ricognizione per accertare se ci fossero altre persone in difficoltà con l’impossibilità di comunicare con l’esterno. Nel Fucino la neve, a causa del vento, in alcuni punti ha raggiunto anche il metro e mezzo di altezza. Sei cisterne bloccate da giorni sono state scortate fino alla Cartiera Burgo con l’ausilio di una turbina. A Forca Caruso, uno dei principali passi appenninici che mette in collegamento la Piana del Fucino con la Valle Peligna, la neve ha raggiunto i quattro metri e 47 centimetri. A Ovindoli i residenti hanno spalato la neve per consentire ai familiari di un defunto e alla ditta funeraria di trasportare la bara nella chiesa di San Rocco per il funerale. La protesta arriva da Alfonso Di Felice, un residente: «Il Comune era stato avvisato e doveva portare una ruspa ma non è mai venuta». A Luco dei Marsi un’anziana, avendo finito la legna da arde e impossibilitata a prenderne altra, ha iniziato a bruciare i mobili della propria abitazione. Solo successivamente è stata raggiunta da volontari che hanno provveduto a rifornirla di legna. A Sante Marie continuano gli interventi per portare cibo e medicinali alle persone anziane che si trovano nelle frazioni montane raggiungibili solo con potenti fuoristrada o mezzi speciali. A Santo Stefano le operazioni sono coordinate da Andrea Cristofani della Protezione civile che ha assicurato che tutti i residenti sono stati raggiunti. A Canistro l’ufficio postale è chiuso da giorni a causa della neve, mentre a Trasacco è crollato il tetto di una struttura in piazza Umberto. Il sindaco Gino Fosca ha inoltre ordinato di non lasciare sacchetti d’immondizia per strada o vicino ai cassonetti per evitare l’arrivo dei lupi e dei cani randagi. Tre giorni fa una lupacchiotta affamata è scesa in paese dai monti in cerca di cibo e si è rifugiata in una legnaia. A Tagliacozzo, dove le frazioni sono state tutte raggiunte, continuano i disagi a causa degli accumuli di neve davanti alle porte di persone anziane, come accaduto a Poggio Filippo, che supera i 1.000 metri di altitudine. In paese l’acqua è ghiacciata nelle tubature e l’accesso all’abitazione di un’anziana che ha bisogno di terapie è molto difficoltoso per la neve alta. Al lavoro nel capoluogo e nelle frazioni i volontari di protezione civile che stanno raggiungendo le abitazioni delle frazioni rimaste isolate. A Celano è stata prolungata fino a sabato la chiusura nelle scuole. Il rientro era previsto per oggi. A Gioia dei Marsi sono stati eseguiti dei prelievi di sangue grazie a Noris Todisco accompagnata a Casali d’Aschi con i mezzi del Comune. A Civita d’Antino la strada provinciale 65 che porta al paese rimane percorribile ma il rischio di una nuova ondata di maltempo fa preoccupare vista la mancanza di manutenzione da parte della Provincia. Intanto i
cittadini denunciano la totale assenza di collegamenti. La ferrovia rimane chiusa e la parziale agibilità della Ss82 lasciano a piedi i pendolari, che ormai da una settimana non possono lasciare il paese. Il sindaco Sara Cicchinellilancia l’appello a Trenitalia «Una ferrovia che collega due regioni, entrambe colpite gravemente da questa emergenza, non può essere dimenticata in questo modo». A Capistrello il lavoro dell’ amministrazione comunale e dei volontari prosegue da giorni senza interruzione alcuna e le situazioni più gravi rientrano lentamente sotto controllo. Le strade provinciali sono state aperte dai mezzi comunali e, sebbene ciò abbia ritardato le operazioni, anche le altre strade principali sono libere almeno su una corsia. Da oggi sono iniziate le operazioni di carico della neve e trasporto su terreni demaniali e privati fuori dal centro abitato. Tutte le necessità sanitarie e alimentari sono monitorate grazie all’intervento di medici e infermieri che vengono accompagnati porta a porta dai mezzi comunali. Anche per gli allevamenti sono stati eseguiti interventi straordinari di sgombero neve mettendo in salvo decine di capi di bestiame, da giorni senza cibo. A San Vincenzo Valle Roveto, il primo cittadino, Giulio Lancia, dalla sala operativa dell’unità di coordinamento che da 3 giorni opera sul posto spiega che «le cose lentamente vanno avanti, lo stato critico è stato superato». Privati e aziende mandano viveri e medicinali. Famiglie isolate sono state raggiunte e alimentate da gruppi elettrogeni, ancora poche le famiglie isolate, ma alcuni casi destano preoccupazione, come l’allarme lanciato da un’anziana di 97 anni che aveva finito i medicinali. I volontari della croce verde di Civitella Roveto sono riusciti a raggiungere l’abitazione dell’anziana donna. Nelle ultime 36 ore parecchi interventi di soccorso hanno portato i volontari della Misericordia e il medico dell’esercito ad intervenire per trasportare anziani e malati nel vicino ospedale di Sora (Frosinone). Interventi aerei per cercare di salvare allevamenti e animali rimasti intrappolati sulle montagne. A Balsorano sembra essere tornata la normalità. Luce e acqua in quasi tutte le abitazioni. Le frazioni sono state raggiunte tutte, alcune frazioni hanno ancora gruppi elettrogeni. Nessuna famiglia isolata. «E stata fondamentale la cooperazione tra la popolazione e le associazioni locali che hanno fatto sì che ci si liberasse dell’emergenza autonomamente» ha dichiarato il sindaco Francesca Siciliani. Uno splendido esemplare di lupo appenninico, di circa un anno, è stato trovato dagli uomini del Corpo Forestale dello Stato alla periferia di Celano privo di vita. Era sceso a valle a causa della neve alta e molto probabilmente è stato investito da un’auto. L’esemplare maschio è stato trasportato all’Istituto zooprofilattico di Avezzano, a Caruscino, per gli accertamenti. I carabinieri della stazione di Ortona dei Marsi (L’Aquila) hanno salvato una cerva rimasta intrappolata nella neve in una localita’ alla periferia del paese. I militari, su segnalazione di alcuni residenti di Ortona dei Marsi, sono subito intervenuti cercando di tranquillizzare l’animale, ormai allo stremo delle forze, e poi hanno allertato il Servizio sorveglianza dell’ente Parco nazionale d’Abruzzo che e’ intervenuto per rifocillare la cerva aiutandola poi a riguadagnare la liberta’. L’intervento e’ stato particolarmente delicato poiche’ i cervi per paura possono subire l’arresto cardio circolatorio.