Gioia dei Marsi. Sono 34 le richieste di intervento arrivate, in otto casi si è trattato di codice rosso. In un solo caso si è trattato di un uomo. I maltrattamenti, la violenza, sono per lo più contro le donne. Ma non solo di uomini contro donne. Perché a volte ad essere violenti nei confronti dei genitori o dei nonni sono i figli. Che in molte occasioni hanno dipendenze. Da alcol droghe e anche gioco d’azzardo.
Grazie all’intervento di numerosi relatori, professionisti che ogni giorno hanno a che fare con le emergenze legate alla violenza, l’incontro che si è tenuto a Gioia dei Marsi, organizzato dalla vicesindaco Barbara Di Giandomenico, in occasione della giornata per l’eliminazione della violenza contro le donne, si è trasformato in un vero e proprio convegno. Spunto di riflessioni importanti che hanno aperto la strada, grazie all’approvazione dell’amministrazione comunale, in primis del sindaco Gianluca Alfonsi e delle numerose associazioni presenti, a percorsi futuri che coinvolgeranno tutte le parti sociali. A partire dalle scuole.
“Tutto quello che oggi ascolteremo qui”, ha detto durante uno dei suoi interventi la giornalista Magda Tirabassi, che ha moderato il pomeriggio al centro culturale Moretti, “riportiamolo nelle nostre famiglie, a casa, parliamone quando ci troviamo tra gli amici”. Perché i temi affrontati a Gioia dei Marsi, sabato scorso, non sono temi di cui si dovrebbe discutere solo in occasione di una giornata che onora le donne vittime di violenza, di femminicidi.
Perché alle donne vanno forniti gli strumenti per riconoscere gli abusi, per chiedere aiuto, per avere tutele e sostegno dal punto di vista legale ma anche psicologico.
Dopo i saluti del primo cittadino Alfonsi, che ha ringraziato per la presenza anche tutte le persone arrivate a Gioia da altri paesi, ad introdurre gli interventi è stata la vicesindaco Di Giandomenico che ha sottolineato l’importanza di diffondere messaggi importanti all’interno della comunità, partendo proprio dal territorio, promuovendo momenti di integrazione e eventi di promozione sociale.
Jessica Ruscitti, psicologa clinica, collaboratrice dell’associazione di Promozione sociale “I Girasoli” e dell’associazione Arcat Abruzzo ha parlato di dipendenza affettiva e violenza psicologica, informando su come anche tra i giovani si insinuano sentimenti non sani, che portano a relazioni tossiche e dannose. La parola poi è passata alla collega Giorgia Castellucci, collaboratrice della stessa associazione, presieduta da Benedetta Cerasani che ha fornito al pubblico strumenti utili per riflettere su come si dovrebbe dare più importanza alle parole, che riescono a colpire proprio nelle psiche e nell’animo.
Di particolare valore l’intervento di Sabrina Frezza, responsabile dei Servizi Sociali Ambito distrettuale n. 2 Unione dei Comuni “Montagna Marsicana” e dei Servizi dell’Ambito Sociale a tutela e supporto per il contrasto alla violenza di genere. La dottoressa Frezza, punto di riferimento di un territorio ampio quanto difficile da gestire in molte occasioni, per via anche della presenza di persone di culture molto diverse tra loro.
L’assistente sociale ha portato esempi di emancipazione, di donne arrivate in Italia con un bagaglio di sofferenza molto pesante. Vessate da uomini violenti, a cui ogni tipo di istruzione era stata negata prima dell’intervento di professionisti che le hanno allontanate per “curarle”. Grazie allo sportello “Famiglie al centro”, dove opera l’avvocato Mario Flammini, penalista del foro di Avezzano, i servizi sociali riescono a prendersi cura di tante donne in difficoltà ma non sempre, purtroppo, l’obiettivo della salvezza viene centrato. Perché il più delle volte sono le stesse donne a tirarsi indietro. A tornare dai mariti violenti anche con la complicità delle famiglie d’origine. Soprattutto di lui.
L’avvocato Nica Iannotti ha trattato le implicazioni legali della violenza di genere e come socia e co-responsabile del team legale dell’Associazione Donnexstrada, per cui è anche referente per la Regione Abruzzo, ha chiarito di come le vittime di violenza possono accedere al patrocinio gratuito.
Fondamentale anche il contributo di Antonia Di Genova, maresciallo capo dell’Arma dei Carabinieri che ha partecipato liberamente, come testimone delle difficoltà che tante volte sul campo, si sono trovate per conciliare i tempi di intervento su specifici casi.
“Mentre venivo qui oggi”, ha aggiunto Tirabassi, collaboratore delle testate Marsicalive e Abruzzolive e oggi autore del format tv Cuore, Corna & Confetture in onda di Rete 8, “ho rivissuto le emozioni che provai la sera che arrivai nel piazzale del discount in cui furono uccise Senade e Fatime Selmanaj. Era la prima volta che guardavo con i miei occhi, da vicino, un femminicidio. Vidi i loro corpi a terra. Mentre correvamo verso Pescina quella sera si vedevano sfrecciare le auto dei carabinieri con le sirene spiegate. Quelle erano due donne che avevano scelto di emanciparsi. Che lavoravano in un’azienda proprio di Gioia. Con le loro mani lavoravano le carote, i finocchi, i prodotti della nostra terra del Fucino. Quella ragazza aveva fratelli e sorelle splendidi. Che all’epoca ebbero la forza e il coraggio di far scendere centinaia di giovani sulle strade, per lanciare messaggi indelebili nella memoria di chiunque li conoscesse. Ragazzi perfettamente integrati, che oggi hanno famiglie splendide. Testimoni di quell’orrore che lascia ferite indelebili. Ebbene quei messaggi continuiamo a lanciarli ogni giorno. Smettiamo di far finta di non vedere le cose, riconosciamole e chiamiamole con il proprio nome. Aiutiamo lì dove capiamo che bisogna intervenire, non giriamoci dall’altro lato, seguendo il retaggio culturale del ‘zitti, zitti, non sono fatti nostri’. Insegnate ai figli il coraggio!”.
Alla fine dell’evento è stato proiettato il cortometraggio Occhi azzurri di Mirko Mascioli attore e regista abruzzese, anche inviato del programma di Rai2 “Leggerissima estate”.