Avezzano. Una città spettrale: si presenta così Avezzano, a poche ore dal nuovo Dpcm firmato dal premier Conte che impone la chiusura delle attività a partire dalle 18. A decorrere da oggi, come si legge nel decreto del presidente del consiglio dei ministri, le attività dei servizi di ristorazione fra cui bar, pub, ristoranti, gelaterie e pasticcerie, sono sospese dal tardo pomeriggio in poi.
Scatta dunque il divieto di consumare cibi e bevande nei luoghi pubblici e aperti al pubblico mentre è consentita la ristorazione con consegna a domicilio nel rispetto delle norme igienico-sanitaria. È consentita fino alle 24 la ristorazione con asporto, con divieto di consumazione sul posto o nelle adiacenze.
E la città di Avezzano rispetta le regole: saracinesche abbassate, anche pochi minuti prima della chiusura, e il centro cittadino completamente vuoto. Via Garibaldi, strada della movida dei ragazzi, si presenta deserta e totalmente buia.
In piazza Risorgimento e nelle strade limitrofe come via Corradini, Corso della Libertà e via Mazzini qualche esercente, alle prese con la chiusura del bar, è costretto a mandare via clienti che rinunciano al classico aperitivo della sera.
Luci spente, tavoli vuoti, bar chiusi: così Avezzano accoglie il nuovo semi-lockdown, o “lockdown mascherato”, come molti denunciano sui social, dettato dal Governo nel pieno della seconda ondata del coronavirus.
Resta però la preoccupazione tra chi spera di non dover mandare via collaboratori e camerieri e chi ha paura che la serranda del bar e del locale non possa essere solo temporanea. Restano affitti da pagare, bollette che continuano ad arrivare, dipendenti che non si possono mandare a casa.