Avezzano. Seconda domenica di stop all’irrigazione nei campi coltivati del Fucino. Dalla mezzanotte di oggi fino alla mezzanotte di domani i rubinetti delle aziende agricole e degli orti che si affacciano sul vecchio lago saranno spenti.
Il fermo è stato deciso da tutti i comuni che si affacciano sull’ex lago da una parte per permettere alle falde e ai canali di ricaricarsi e dall’altra per tutelare la fauna ittica messa a dura prova negli anni passati dalla siccità. È stata infatti firmata un’ordinanza comune siglata tra i primi cittadini e sindaci del territorio sotto la supervisione del prefetto dell’Aquila Cinzia Torraco.
“Le aziende stanno ottemperando alle disposizioni previste dall’accordo pur non essendoci in questo periodo ancora una grave emergenza relativa alla siccità, risultato”, ha sottolineato il direttore di Coldiretti L’Aquila, Domenico Roselli, che conferma l’importanza di una programmazione adeguata e fatta per tempo in tutto il Fucino, “auspichiamo che il modello attraverso cui si è arrivati alla gestione dell’acqua possa essere positivamente replicato anche per quanto riguarda le strade del Fucino che, come noto e già evidenziato dalla nostra organizzazione, sono pericolose e, al di là delle competenze giuridiche, hanno bisogno di manutenzione per il bene di imprese e cittadini”.
Il fermo all’irrigazione nei campi, come raccontato da MarsicaLive, è stato siglato dai rappresentanti del Comune di Avezzano, Celano, Trasacco, Luco dei Marsi, San Benedetto dei Marsi, Cerchio, Pescina, Aielli, Collarmele e Ortucchio, le associazioni di categoria – Cia, Coldiretti e Confagricoltura – e il Consorzio di bonifica ovest hanno voluto mettere in atto un’azione preventiva sottoscrivendo un protocollo con il quale per 24 ore si fermerà l’irrigazione delle colture del Fucino. Secondo quanto stabilito dal provvedimento già emanato da tutti i Comuni del territorio lo stop dalla mezzanotte del sabato fino alla mezzanotte di domenica sarà poi ripetuto ogni settimana fino al 15 agosto salvo particolari condizioni climatiche particolari che spingano gli amministratori a tornare sui loro passi e rivedere l’ordinanza.