Canistro. “Gli ex lavoratori della Santa Croce Spa devono prendersela con il sindaco del Comune di Canistro, Angelo Di Paolo, con il vice presidente della Regione Abruzzo, Giovanni Lolli, con i sindacati e le Rsu che hanno chiesto il fermo della produzione per un’azienda sana che, dal 2008 fino al no alla proroga della concessione, aveva pagato tutti i lavoratori con puntualità anticipando anche la cassa integrazione”. Così il patron della Santa Croce Spa, l’imprenditore molisano Camillo Colella, replica al gruppo di ex dipendenti che lamentano il pagamento di spettanze arretrate nei confronti della società che fino a circa un anno fa imbottigliava acqua minerale della sorgente Sant’Antonio Sponga di Canistro. Proprietario dello stabilimento di Canistro e del marchio di livello nazionale Santa Croce, Colella premette che “chi mi accusa è uno sparuto gruppo, perché con 11 dei 75 dipendenti sono state firmate transazioni, mentre con altri 19 sono in atto trattative per trovare un accordo. Con la restante parte ci siamo opposti alle istanze – spiega – e sono in corso contenziosi legali per i danni da noi subiti, quindi ad oggi non devo nulla agli ex addetti”.
“Inoltre, con molti di loro è in piedi la richiesta di risarcimento danni per i blocchi dello stabilimento, con massi e alberi che mi hanno impedito di lavorare e produrre”, lamenta ancora l’imprenditore, il quale sottolinea di non avere “licenziato nessuno, circa un anno fa sono stato costretto a mettere in mobilità i 75 dipendenti in quanto non ho ricevuto proroghe”. “Anche in questo caso, la battaglia legale e le istanze di risarcimento milionarie sono in pieno svolgimento e sono fiducioso che alla fine emergerà nelle sedi giudiziarie la verità del progetto, fantasioso, di indurmi a vendere o affittare lo stabilimento produttivo di Canistro – dice ancora – Con il risultato che la preziosa acqua finisce nel fiume da un anno e chissà per quanto altro tempo per l’incapacità di dirigenti e politici che dovranno rispondere di danno erariale”. Assicurando costantemente le forniture a tutti i suoi clienti, la Santa Croce oggi viene prodotta negli stabilimenti del Molise e dell’Umbria, utilizzando quello marsicano per la logistica e la distribuzione.
Per l’imprenditore molisano, “Regione Abruzzo, Comune di Canistro e sindacati hanno approfittato della buona fede dei lavoratori ai quali hanno detto ‘mandiamo via Colella e arriverà un nuovo soggetto sponsorizzato nelle varie sedi da Lolli, Di Paolo dall’assessore comunale di Canistro Buffone, oltre che dai sindacati, che vi riassumerà tutti’”. “Le cose non stanno andando così visto che la Norda, aggiudicataria provvisoria, è in gravi difficoltà oltre che in lite con la Regione contro la quale si è rivolta al Tar sulla questione del vaglio del progetto all’ufficio regionale Via”, spiega ancora Colella, il quale ricorda che “i sindacati, capeggiati da Pagliaroli, Pescara e Lippa negli anni scorsi hanno fatto fallire la trattativa che prevedeva per 40 esuberi un incentivo di 25 mila euro ciascuno e 4 anni di ammortizzatori sociali alla luce delle vecchie regole, non come accade ora con tempi praticamente dimezzati di copertura”. “I miei ex dipendenti non lo dicono pubblicamente, ma in cuor loro sanno di aver sbagliato a partecipare al disegno di farmi la guerra – conclude – Dovevano stare al mio fianco e oggi si sarebbero trovati in un’altra condizione”.