Avezzano. Piano di riordino della rete ospedaliera abruzzese da “riequilibrare” a favore dei presìdi marsicani di Avezzano, Pescina e Tagliacozzo, “mortificati” dalla bozza elaborata dall’amministrazione Marsilio.
È quanto scrive in una nota alla stampa l’amministrazione comunale di Avezzano, che racconta di un incontro c’è stato in Comune.
Un piano da rivedere senza indugi per i sindaci Gianni Di Pangrazio, Mirko Zauri e Vincenzo Giovagnorio, che, in una lettera congiunta indirizzata al Presidente Marco Marsilio, l’assessore alla sanità, Nicoletta Verì, i consiglieri di maggioranza marsicani, Mario Quaglieri e Simone Angelosante, presidente e segretario della Commissione sanità, hanno messo nero su bianco la “forte delusione” con richiesta di invertire la rotta per rafforzare i servizi necessari per una popolazione di oltre 140.000 utenti in zona prevalentemente montana, relegata al ruolo di “cenerentola” della sanità regionale.
I primi a lanciare l’allarme sulla bozza della Regione che penalizzava la Marsica era stata la segretaria del Pd di Avezzano Anna Paolini, che aveva promesso l’inizio di una lotta contro la riorganizzazione sanitaria.
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“Volumi di attività e di bacino di utenza alla mano i tre sindaci, dopo aver acceso i riflettori su una serie di scelte a dir poco penalizzanti per gli ospedali marsicani”, scrivono dal Comune, “come ad esempio, il declassamento dell’unità di ortopedia, di radiologia interventistica e del centro traumi; la duplicazione delle strutture complesse di chirurgia vascolare e geriatria già operative ad Avezzano, anche all’Aquila, nonché la poca attenzione per i presìdi di Pescina e Tagliacozzo, spingono l’amministrazione Marsilio a riequilibrare il piano di riordino in direzione Marsica, a partire da un aumento di almeno 15 posti letto per acuti di area medica visto che sui 3.929 attivabili la Regione si è fermata a
quota 3.905”.
Per il “Santi Filippo e Nicola”, il sindaco, Gianni Di Pangrazio, sollecita “l’inquadramento di ortopedia e allergologia come unità operative complesse; radiologia interventistica come unità operativa semplice dipartimentale; l’inserimento dell’ospedale nella rete politrauma/trauma maggiore come Centro traumi di zona e non come pronto soccorso per traumi; il ripristino del servizio di Neurochirurgia; l’individuazione della Stroke Unit, come secondo livello, prevedendo l’istituzione di una unità semplice nell’ambito della unità complessa di neurologia, nonché di una
unità operativa semplice dipartimentale di urologia e una unità operativa semplice di anatomia patologica; la trasformazione del servizio di emodinamica in unità semplice, nell’ambito dell’unità complessa di cardiologia”.
Piano da cambiare anche per gli ospedali di Tagliacozzo e Pescina.
“La struttura di Tagliacozzo”, sostiene Giovagnorio, “sia inserita nella nuova rete, oltre che come Pta, come presidio ospedaliero riabilitativo, con il ripristino dell’unità complessa di riabilitazione cardiologica e l'aumento di 10 posti letto da dedicare, in parte, alla riabilitazione respiratoria”.
La città di Silone, invece, punta sul modello Guardiagrele.
“La struttura di Pescina, sede di Pta e ospedale di comunità”, aggiunge Zauri, in sintonia col vice sindaco, Luigi Soricone e l’assessore Antonio Odorisio, “dev’essere assimilata organizzata sul modello di Guardiagrele, o, quantomeno, vista la vocazione geriatrica del Serafino Rinaldi e la presenza maggiore di una popolazione over 80, si chiede il setting di lungodegenza a supporto dell’ospedale di Avezzano per evitare il sovraffollamento dei ricoveri per cronici”.
Si punta anche sul ripristino dei servizi di laboratorio e radiologia nelle strutture di Pescina e Tagliacozzo.
Urge, comunque, un cambiamento deciso anche per evitare alcune “evidenti, quando inspiegabili, forzature, in quanto”, sottolinea Di Pangrazio, “si assiste, in altri presìdi, al proliferare di nuove strutture semplici e semplici dipartimentali nella medesima disciplina come per le unità di traumatologia della mano e traumatologia del piede. Senza dimenticare la duplicazione di strutture complesse, in deroga alla programmazione secondo i bacini di utenza: ad esempio la chirurgia vascolare e la geriatria che dovrebbero essere strutture complesse solo nel presidio di Avezzano vengono previste come tali anche all’ospedale dell’Aquila”.