Avezzano. C’è preoccupazione e speranza nella lettera inviata dal primario del reparto di chirurgia dell’ospedale di Avezzano, Pierluigi Di Stefano, al manager Rinaldo Tordera, ai sindaci di Avezzano e L’Aquila Gabriele De Angelis e Pierluigi Biondi, al direttore sanitario Maria Teresa Colizza, del dipartimento chirurgico Walter Di Bastiano e agli altri vertici della Asl. Per Di Stefano servirebbe una maggiore attenzione alla medicina moderna per rendere le strutture ospedaliere territoriali sempre al passo con i tempi e per dare risposte tempestive ai pazienti. “Le nostre chirurgie sono all’avanguardia tecnologica”, spiega Di Stefano, “fondamentale è però che il robot non sia sottoutilizzato, come in moltissime realtà italiane, alla luce dei costi altissimi dello stesso. Il Pne (Programma nazionale esiti) determina dei numeri per patologie tumorali senza i quali non si sarà abilitati a effettuare certi tipi di interventi e per me è impensabile che attualmente vengano effettuati nelle le cliniche convenzionate, senza rianimazione, senza anatomia patologica e senza centro trasfusionale. Questo è un primo problema da risolvere”.
Altro nodo cruciale, poi, sono le cliniche private che assorbono molti posti letto nel territorio. “La Marsica”, spiega il primario, “ha tre cliniche convenzionate e i posti letto della quarta clinica che ha chiuso sono stati assegnati alla clinica di Celano. Il risultato è che il nostro ospedale ha circa 220 posti letto e le cliniche private 180. Così non si riesce a far fronte ai ricoveri del pronto soccorso perché i posti letto sono sottodimensionati. Le cliniche private dovrebbero supportare l’ospedale e non effettuare gli stessi tipi di trattamenti. Il secondo problema”, aggiunge Di Stefano, “è che la Chirurgia di Avezzano se effettua interventi con il robot su pazienti studiati da noi e operati da noi, debbano essere ricoverati nelle chirurgie dell’Aquila sotto la responsabilità dei direttori di quelle unità operative.
Tale organizzazione comporta, come evidenziato in una riunione all’Aquila, un mare di conflitti di competenze e responsabilità da non poter essere percorribile a lungo termine”. Secondo Di Stefano, quindi, il problema “è che gli interventi vengano attribuiti alle unità chirurgiche dell’Aquila a scapito dei numeri di Avezzano, importanti per essere accreditati”. La proposta del primario è di “istituire due posti letto di chirurgia robotica all’interno di una delle chirurgie Aquilane dove possano afferire le chirurgie di Avezzano e di Sulmona. La terza proposta di Di Stefano è quella di creare gli “ospedali riuniti di L’Aquila-Avezzano “mettendo da parte anacronistici campanilismi. Il confronto con le realtà sanitarie della costa”, conclude Di Stefano, “è perdente per quanto riguarda i numeri se i nostri risultati sono frazionati in più divisioni”.