Gioia dei Marsi. L’associazione “Salviamo l’Orso” ha riqualificato un abbeveratoio nell’area del Selvaglione Caldo, zona del comune di Gioia dei Marsi. L’intervento ha lo scopo di essere un punto d’acqua e allontanare i bovini dalle sorgenti, rispondendo all’esigenza sociale di conciliare la conservazione della natura con le locali attività di pastorizia.
Una delle principali cause che porta le mandrie di bovini a invadere le sorgenti è proprio la povertà di acqua nelle aree circostanti. Ciò rende particolarmente difficoltoso per il PNALM applicare rigidamente le restrizioni al pascolo previste dalla legge. Nel 2007, problemi di coesistenza tra allevatori e grandi predatori sono risultati nell’uccisione di tre orsi marsicani per effetto di una carcassa imbottita di veleno abbandonata in quest’area di così vitale importanza per la loro sopravvivenza.
L’abbeveratoio è stato realizzato in accordo con il PNALM, il Comune di Gioia dei Marsi, i Carabinieri Forestali e l’allevatore a condizione che il bestiame, dotato di questa fonte idrica alternativa, non pascoli più presso le sorgenti.
Anche l’orso bruno marsicano beneficerà di questo intervento, ma soprattutto le diverse specie che popolano la zona come l’ululone dal ventre giallo appenninico, la salamandrina di Savi e il tritone crestato italiano (Triturus carnifex).
Per quanto riguarda l’abbeveratoio, piccoli accorgimenti a basso costo nella sua costruzione, come scalette di risalita con rilascio d’acqua, una grata metallica sospesa sul fondo per proteggere le ovature dagli animali all’abbeverata e la presenza di piccole pozze a valle del canale d’uscita, garantiscono le condizioni ottimali per la riproduzione degli anfibi all’interno e nei pressi dell’abbeveratoio.
Dal momento che gli interventi hanno richiesto caratteristiche di costruzione specie-specifiche, è stato operato un processo per individuare prioritariamente le specie più idonee verso cui poter indirizzare gli sforzi di conservazione. Tali specie, che corrispondono a quelle già citate in precedenza, sono state individuate in base alla precarietà dello status di conservazione, analizzato a scala nazionale e internazionale attraverso la consultazione delle Liste Rosse elaborate dall’IUCN (Unione Mondiale per la Conservazione della Natura).
L’individuazione di altri fattori, quali la distribuzione locale (PNALM e aree contigue), le capacità di movimento e la compatibilità dell’area in oggetto di intervento con le esigenze ecologiche specie-specifiche, ha permesso di stabilire che l’abbeveratoio può essere indirizzato con priorità alla conservazione dell’ululone appenninico.