Trasacco. Violenze durante la Notte Rosa a Trasacco, rissa tra giovani. Coordinamento Docenti dei Diritti umani: profonda preoccupazione.
“Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani esprime sdegno e profonda preoccupazione per il grave episodio di violenza verificatosi a Trasacco nella notte del 25 luglio scorso, durante la cosiddetta “Notte Rosa”. Ha dichiarato il professore Romano Pesavento, presidente CNDDU.
“Quattro giovani di Luco dei Marsi sono stati vigliaccamente aggrediti da un gruppo di ragazzi di Avezzano in una vera e propria spedizione punitiva, riportando lesioni gravi; uno di loro è stato sottoposto a un intervento chirurgico per la frattura della mandibola.
Questi fatti non sono semplicemente “cronaca nera”: sono un segnale allarmante di un degrado etico e sociale che, se sottovalutato, mina alla radice il senso stesso di comunità. Non si tratta di “ragazzate” o di “eccessi della movida”, ma di un atto premeditato, che denota assenza di empatia, cultura della prevaricazione e disprezzo per le regole di civile convivenza.
Il CNDDU richiama con forza l’attenzione sul ruolo centrale della scuola come presidio educativo e culturale, capace di prevenire fenomeni di violenza e devianza giovanile. È necessario potenziare in maniera strutturale l’educazione alla legalità, ai diritti umani e alla cittadinanza attiva, inserendo percorsi continuativi che sviluppino nei giovani la consapevolezza delle conseguenze delle proprie azioni, il valore del rispetto reciproco e il rifiuto di ogni forma di sopraffazione.
La scuola, in sinergia con famiglie, associazioni e istituzioni, deve essere laboratorio permanente di nonviolenza e responsabilità, affinché episodi come quello di Trasacco non trovino più terreno fertile. Il vuoto educativo, unito a modelli culturali distorti, può trasformarsi in comportamenti brutali che distruggono vite e tessuto sociale.
La violenza non è mai un fatto isolato: ogni atto di sopraffazione è un colpo inferto alla sicurezza e alla fiducia reciproca. Il CNDDU invita le comunità locali a reagire non con la rassegnazione, ma con iniziative pubbliche di solidarietà verso le vittime e con campagne di sensibilizzazione permanenti, facendo della legalità e del dialogo la cifra identitaria dei nostri territori.
La Notte Rosa avrebbe dovuto essere una festa; invece, si è trasformata in un incubo. È responsabilità di tutti — istituzioni, educatori, cittadini — fare in modo che il colore delle nostre piazze e delle nostre notti sia quello della vita e della condivisione, mai più quello del sangue.