Avezzano. Sul tavolo del Cal, al lavoro per formulare la proposta di riordino delle Province alla Regione, arriva la ricetta unitaria dei sindaci di Avezzano, Lanciano, Sulmona e Vasto, d’intesa con i colleghi primi cittadini della Marsica: Provincia unica, o in subordine due, L’Aquila/Teramo e Pescara/Chieti, con uguali caratteristiche demografiche, socio-economiche e territoriali, ma all’interno di una nuova organizzazione della Regione, quella dei sette ambiti omogenei delineata nel Q.R.R.: L’Aquila; Avezzano (sub-ambito Carsoli); Sulmona (sub-ambito Castel di Sangro); Teramo (sub-ambito la Val Vibrata); Chieti-Pescara; Lanciano. Per i sindaci, quindi, il riordino non deve essere motivo di divisione sulla conquista delle Provincie, tra l’altro ridotte al rango di 2 livello, ma un’occasione per dare “pari dignità agli abruzzesi con elemento fondante il principio della zonizzazione dei servizi volta a salvaguardare le peculiarità e le caratteristiche dei singoli territori. Il processo di riordino”, affermano i sindaci Giovanni Di Pangrazio, Mario Pupillo, Enea Di Ianni (vice sindaco di Fabio Federico) e Luciano Lapenna, “sia un momento per avviare una riflessione sulla organizzazione del nostro territorio regionale che vada oltre impostazioni sorpassate destinate a produrre solo conflitti anziché favorire l’integrazione territoriale, con punto centrale la pari dignità a tutti i cittadini della regione, ovvero di condizioni di accesso ai servizi che consentano una crescita sociale e economica armonica in tutto l’Abruzzo”. Per i sindaci, quindi, occorre andare oltre le Province, retrocesse a enti di 2 livello, anche perché, l’anno scorso, Partiti politici, sindacati e associazioni erano concordi nell’abolirle del tutto “L’impostazione rigida, ottocentesca, di una ripartizione provinciale come mero esercizio di scomposizione e accorpamento di parti di territorio, in una specie di risiko amministrativo”, aggiungono i primi cittadini, “è sorpassata: bisogna guardare alle realtà sociali, economiche e demografiche dei territori per riorganizzare amministrativamente la regione, con una dislocazione di uffici e servizi pubblici a livello locale effettuata sulla base di criteri legati alla loro efficienza, produttività ed economicità, alle peculiarità socio-economiche e morfologiche del territorio, ed alle effettive esigenze delle popolazioni interessate, anche prescindendo dall’ubicazione della città capoluogo di provincia”. Il riconoscimento dei sette ambiti omogenei, ovviamente, favorirebbe anche il percorso verso la gestione associata dei servizi per i piccoli comuni prevista dal D. L. 78/2010. La squadra dei sindaci di Avezzano-Lanciano-Sulmona-Vasto, in sintonia con i colleghi della Marsica, quindi, vuole evitare che il riordino delle circoscrizioni provinciali induca un ulteriore processo di desertificazione istituzionale e di indebolimento delle funzioni e dei servizi pubblici statali per vaste aree del territorio regionale, con conseguenti effetti nefasti, per quei cittadini, in termini di ridotta qualità e difficoltà di accesso ai servizi pubblici, anche quelli essenziali, e aggravio dei costi.