Avezzano. Una partita iva corrispondente a una grossa azienda locale, ma un nome diverso da quello reale. Una vera organizzazione con scarichi solo in parte clandestini ma con documenti alterati. E’ quanto emerge dalle indagini delle Fiamme gialle e della Forestale che in attesa delle analisi affidate all’Arta (Agenzia regionale per la tutela dell’ambiente) stanno scavando tra i documenti sequestrati e cercando di scoprire, tramite le bolle di accompagnamento dei tir carichi di rifiuti sequestrati alcuni giorni fa, la provenienza e soprattutto la destinazione dei rifiuti tossici sequestrati. Per quanto riguarda la partita iva, non è chiaro se si tratti di una montatura messa in atto da chi stava portando a termine gli scarichi. Ma in quel caso non si capirebbe a quale scopo. Ora è fondamentale scoprire come sarebbero state fatte sparire queste consistenti quantità di rifiuti, probabilmente di tipo industriale. Sembra improbabile che agissero senza dei basisti e senza società del posto conniventi che avrebbero potuto prestare il fianco e un aiuto tecnico per le operazioni di smaltimento. Il capannone è intestato a una ditta in fallimento.