L’Aquila. L’applicazione della legge Balduzzi, che prevede il rientro all’interno delle strutture delle Asl dei medici che al momento esercitano la libera professione intramoenia allargata nei loro studi, rischia di rivelarsi un boomerang per la Regione Abruzzo e per le Asl. Infatti alcune incomprensioni intercorse tra gli apparati amministrativi delle Asl ed alcuni funzionari regionali hanno alimentato l’idea errata che tutte le aziende sanitarie della regione disponessero all’interno dei presidi ospedalieri di spazi sufficienti per permettere ai medici “intramoenisti” di svolgere in maniera dignitosa la loro attività libero professionale. Purtroppo la realtà si sta rivelando meno rosea di quanto previsto ed il rientro “forzato” di molti professionisti rischia di creare situazioni di confusione, che come al solito andranno a scapito dei pazienti. Sulla vicenda sono intervenuti il segretario provinciale dell’Anaao (Associazione medici dirigenti), Alessandro Grimaldi, e il segretario provinciale della Fesmed Claudio Zoccoli. “Vista la situazione logistica di alcune aziende ed in particolare di quella di Avezzano-Sulmona-L’Aquila”, spiegano, “sarà difficile assicurare apparecchiature mediche e spazi sufficienti per tutti che garantiscano un corretto svolgimento di questa attività . Il risultato finale di questo prevedibile caos sarà che una quota consistente di medici sarà indotta alla fuga in strutture private, dove è prevedibile che si assisterà ad una lievitazione dei costi per i professionisti e soprattutto per i pazienti. Allo stato attuale infatti è impensabile che in un Ospedale come quello dell’Aquila ,dove alcuni reparti sono ancora allocati in strutture provvisorie come il G8 e purtroppo i lavori di recupero delle parti danneggiate dal sisma del 2009 sono in ritardo (anche in questo caso per scelte sbagliate della Regione), si possano reperire in tempi brevi spazi ed apparecchiature sufficienti; per non parlare dell’ Ospedale di Avezzano che da sempre ha una cronica carenza di spazi o del “fatiscente” ospedale di Sulmona dove a breve partiranno i lavori di costruzione di una nuova ala con strutture modulari… Pertanto”, continuano, “in assenza di certezze chiediamo ai vertici della Regione Abruzzo di esperire percorsi alternativi come la messa in rete degli studi dove attualmente i medici esercitano l’attività libero-professionale o ,ove possibile, il convenzionamento degli studi.. Questo per dare tempo alle ASL di organizzarsi e di attuare un rientro graduale dei medici. E’ nostra opinione, infatti”, concludono Grimaldi e Zoccoli, “che la libera professione vada regolamentata e depurata da abusi, ma non criminalizzata ;anzi, il più delle volte, rappresenta per le Aziende un valore aggiunto :la sola ASL dell’Aquila con l’attività intramoenia fattura quasi 4milioni di euro con un saldo attivo di 700mila euro circa”.