Avezzano. L’arrivo della reliquia del Beato Rosario Livatino al Santuario della Madonna del Silenzio, magistrato ucciso dalla mafia nel settembre 1990 sulla Caltanissetta-Agrigento.
Ieri, il vescovo Giovanni, dopo aver accolto la reliquia del beato Rosario Livatino, dalle mani di don Calogero Putrone, della diocesi di Agrigento, ha celebrato l’Eucarestia presso la Chiesa della Madonna del Silenzio, concelebrata da padre Emiliano Antenucci e dallo stesso don Calogero. Il vescovo ha sottolineato, nell’omelia, che il “beato Livatino è stato un testimone esemplare, coraggioso, che ha testimoniato il Vangelo fino al martirio, al dono cioè della propria vita.
È stato un uomo di fede. Il suo programma di vita può essere racchiuso nell’acronimo S.T.D., Sub Tutela Dei, che compare per la prima volta sul frontespizio della sua tesi di Laurea in Diritto penale. È un’espressione che segna la sottomissione, da parte di Rosario Livatino, alla tutela del Padre rifiutando la tutela di qualsiasi padrino. Il Beato quotidianamente meditava la Sacra Scrittura, il cui testo aveva sulla scrivania, e ogni giorno visitava il Santissimo Sacramento nella Chiesa di San Giuseppe, prima di recarsi in tribunale. Non si è limitato, però, a professare la fede in Cristo bensi l’ha vissuta. Viveva la sua professione di giudice come servizio a Dio e agli uomini. Grande rispetto ha avuto nei confronti degli accusati, rispetto che sembra aver avuto addirittura anche verso i suoi uccisori. ‘Picciotti cosa vi ho fatto’ furono le ultime sue parole prima di stramazzare al suolo, sotto quei colpi che hanno bucato la camicia, come si vede dalla reliqua. L’auspicio – ha concluso il presule – è che la presenza della reliqua ci aiuti a conoscere sempre di più questo grande testimone e che la sua testimonianza possa essere per tutti noi uno sprone ad essere discepoli forti e coraggiosi di Gesù”.